Poesie inserite da Psiche

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Scritta da: Psiche

Scivolando nel blu

Si divertiva, lui.

Tra il serio e il compiaciuto,
sordo ai miei gridi d'aiuto,
mirava dritto al mio cuore
con le sue tristi parole.

Io mi incupivo e mi voltavo a nascondere
il viso, e lui con le dita mi prendeva e
mi rimetteva al mio posto, come
si fa con un quadro, che non
è più dritto ma obliquo, e
pende dalla parte dove
ha perso l'appoggio,
e scivolando va giù
sempre più
giù...

E mi guardava negli occhi, lui.
Due grosse polle d'acqua in cui scrutava
di lampi di gelosia.

Sciocco, lui.
E ingenua, io.
Io che restavo, e sognavo, e speravo...

Non ci fu mai gelosia.
C'erano solo orizzonti viola
disciolti in due oceani di malinconia.

E laggiù in fondo, persa laggiù sullo sfondo cadente, su quella linea insensata e
invisibile dove lo sguardo osa ma non si posa, su quella ferita
del mondo che non è più cielo e non è ancora mare,
lontano, laggiù nel vuoto, dove l'azzurro
si macchia di blu, c'era la mia anima
sola, obliquamente
appesa.
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    Scritta da: Psiche

    Donna-terra

    Se solo potessi averti per sempre mio,
    come la terra fa con tutti noi
    ti attirerei a me.
    Gravato da una forza invincibile,
    tu staresti disteso a contare le stelle.
    Ed io, con la tua pelle giovane
    vicina, potrei sentire
    la vita che pulsa nel tuo corpo,
    calda come baci di sole
    sul mio cuore di donna-terra
    che gira e mai si stanca
    di offrirti i suoi paradisi più ameni.
    A te solo mostrerei ogni meraviglia
    e per te i miei infiniti abissi
    si farebbero culle a misura d'uomo.
    Ma tu sei il centro, sole mio.
    Tua è la forza più grande,
    irresistibile, che mi attrae
    e mi respinge al tempo stesso,
    inchiodandomi qui,
    su una linea invisibile,
    distante anni luce da te.
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      Scritta da: Psiche

      Custode della mia anima

      Come una piaga
      Ti fai strada sulla mia pelle
      Sei un virus purulento
      Un batterio immondo del male

      Ti sei cucito intorno al mio corpo
      Con mani esperte, parola dopo parola
      Tocco dopo tocco
      A soffocarmi col tuo fetore
      È questo che tu chiami amore?

      Mi hai attratta alla tua dimora
      Vestito di luce
      Così dolci le tue labbra...
      Così amaro il tuo silenzio
      Quando mi hai voltato le spalle
      E avevi ancora in mano
      Le chiavi, mio Signore

      Chiusa in questa bara
      Non sono né viva né morta
      E soffro di un'eterna attesa di passi.
      Composta giovedì 28 febbraio 2013
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        Scritta da: Psiche

        Perduta

        Soffro di un dolore solitario:

        Il sole mi ha rubato un raggio di luce
        Nel vento si è persa ogni mia preghiera
        Tra le nuvole scorgo un'ombra inquieta
        Rifuggo le acque, specchi beffardi
        E scivolo in una densa melma scura

        Mi sento perduta, un poco divisa
        Come il vuoto tra le cose
        Il nulla tra il centro e la periferia.
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