Poesie inserite da Marta Emme

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Scritta da: Marta Emme
Spesso è con i "chicchirichì" del gallettino
sparati dal pollaio del mio vicino, che mi
alzo di buon ora al mattino, mentre c'è chi
fa il polentino. La mattina ha l'oro in bocca
e allor quel che far mi tocca, lo assolvo
meglio perché ho il vento in poppa* (piena
di energie). Penso che ogni problema
trovi meglio soluzione se lo si affronta
altrettanto presto, senza esitazione. Ma
questa intenzione spesso nel mondo non
ha applicazione, alimentando una tal
passione* (angoscia) tra le persone che
quando, a suon di trascurar e rimandar,
si forma una cancrena, allor è una gran
pena, perché l'amputazione* (guerra) è
la sola soluzione, e non c'è discussione.
E questo dramma toglie efficacia
all'espressione* (contano solo le armi),
così tanto pesa quella menomazione.
Se penso a kim, isis, la grande
immigrazione, a queste cose soprattutto,
il senno perdo e mi arrabbio di brutto,
perché c'è qualcosa che abbiam distrutto*
(dialogo) o forse è mancato proprio il
costrutto. Alzarsi di buon mattino è
un'azione che al fare dispone e tanto
bene quanto buona è l'intenzione; è
il miglior tempo e ha più ragione. È
infatti un segno di grande distinzione
esser solerti in ogni situazione e ha più
soddisfazione.
Composta sabato 22 aprile 2017
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    Scritta da: Marta Emme

    Ragionar da capra

    Or si deve far qualche considerazione
    e un po' d'informazione, entrando
    nel merito della questione.
    Una capra ben rappresenterebbe la
    nostra dimensione, se non avessimo
    dato una svolta alla nostra evoluzione,
    ma la gente poco comprende questa
    posizione. Nei primordi dei nostri
    tempi* (della specie) così era: tutto
    il giorno alla ricerca di bacche, radici,
    semi, erba e a mangiar ogni or per
    viver con decor, perché poche calorie
    han queste specie di leccornie. Poi
    un tal* (antenato) ha cominciato
    la carne a masticar e si è trovato
    a doversi stupefar perché il fisico ha
    cominciato a carburar. Così, e da allora,
    il suo cervello, spender tempo ha
    potuto in ciò che l'ha reso evoluto:
    scoprire, parlare, disegnare, inventare
    e così cazzeggiare, libero insomma
    di ideare. Ma si è superato quando
    stanziale è diventato e ha cominciato
    a coltivare, ad allevare per meglio
    la sua vita sviluppare. E intanto
    l'intestino s'è modificato, e "ruminare"
    un ricordo del passato. Ma quel che
    abbiamo dimenticato è il percorso
    che Homo sapiens sapiens ha formato.
    Dunque l'agnello pasquale da consumare,
    è una scelta normale, la sua carne tenera
    e delicata è da apprezzare e gli allevatori
    ciò vogliono affermare. Questa è la
    natura, non una stortura. Con gli
    ambientalisti mi schiero, contro i
    maltrattamenti negli allevamenti e altri
    intendimenti. Ma una categoria*
    (pastori) non può soffrire perché c'è
    chi la vorrebbe punire, con un'idea che
    è fatta per intimidire e altro non voglio
    dire. Così, ragionar da capra, anche se
    a belar è intonata, non è una logica
    qualificata. E se l'agnello arrosto piace,
    state con voi in pace, come a nostro
    Signore piace.
    Composta venerdì 14 aprile 2017
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      Scritta da: Marta Emme

      Solo sproloquio

      Europa Europa, a forza
      di gridar or diventerò roca,
      ma quella poco sente e snobberà
      chi da lei una risposta attende.
      Europa Europa, da te stessa
      così presa, che alla storia ti sei
      già arresa, ma patirai per quanto
      t'avvilisce ogni contesa, a cui
      trovar sempre sai una larga intesa.
      Perché t'offende quanto è giusta
      una pretesa, e i privilegi non son
      per te una sorpresa. Sulla carta
      una regione? Ma in politica
      sempre in ricreazione. Sei una
      convenzione pubblicitaria, altro
      che una seconda patria.
      Europa Europa, nello scenario
      planetario, non sai come affrontar
      neanche un guaio e i tuoi valori
      grandi, non son buoni a far rifletter
      tutti quanti.
      Europa Europa, così già vecchia
      e anche dura d'orecchia, ma vedi,
      e chiaro, degnamente di rispondere
      a chi* (terroristi e opportunisti) ci
      vuole tutti confondere e ha potere
      di farci così tutti soccombere.
      E or che ho parlato di cose più
      grandi di me, ho davvero mal di
      testa e mi prenderò un cachet*
      (analgesico). Ma scusate il mio
      sproloquio, perché quello è.
      E, bando alla filosofia, è ancor
      tutta in salita, la via* (pensiero) mia.
      Composta giovedì 13 aprile 2017
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        Scritta da: Marta Emme
        Il mondo dei ricchi non
        cambierà mai, son solo
        buoni a combinar guai.
        Prendono in giro anche se
        stessi se diventano depressi,
        ma siamo noi i veri fessi
        che dei loro innumerevoli
        capricci, uno per ogni capello
        se anche non son ricci, ne
        favoriam lo sfarzo, capricci
        che così tanti non ne ha
        neanche marzo, pur così
        pazzo. Come quella personcina*
        (Michelle) che, col sorriso
        da fatina, ti fa sentire una
        cretina quando poggia il
        sederino su quell'auto* (porsche)
        che è un insulto al poverino,
        ma poi dai giornali ti fa
        l"occhiolino e tu vai a spenderci
        un soldino. Ma avere un bolide*
        (auto) così, non è un esempio
        da seguir, per un pianeta da
        custodir. Magari fare un po'
        di bene, che sempre all'animo
        conviene, non è una brutta
        idea e fa più grande* (migliore)
        la sua platea* (fan). Oppur
        quella gattina* (Belen) che
        raspola in televisione, in qualche
        trasmissione e si fa vanto
        ognor d'aver un figlio ch'è un
        tesor, senza che ciò ci stupisca
        neanche un po'. Ma, come norma,
        è un sottile gioco farsi vedere
        sempre in forma, per farsi
        desiderare e rimanere sempre
        in onda. E arricchirsi a più non
        posso, così da avvallar il
        paradosso che a noi ci lascian
        rosicare solo un osso. Perché
        ciò non crea una sana
        competizione, che è giusta
        solo quando, il cervello, fa
        entrare in azione. È il gioco
        della seduzione che coltiva i
        nostri sensi, distraendoci da
        ciò che veramente di te stesso
        pensi, per poi farlo esplodere,
        alla faccia di chi ti vuole sempre
        lì a rodere. E che dir di chi* (Donald)
        è bravo a fare il miliardario, ma
        che rimette il suo onorario a chi
        non ha salario? * (terzomondo).
        E se quanto è stato detto fa
        rifletter che viver si deve tutti
        sotto lo stesso tetto, allor serve
        alzare i toni per toglier dall'incanto
        tutti quelli che son proni a un
        sistema di furboni.
        Composta venerdì 7 aprile 2017
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          Scritta da: Marta Emme

          Un messaggio floreale non è mai banale

          Se c'è qualcosa che non va,
          ti prego, non lo far pesar,
          l'amor mio è esclusivo,
          non lo devi dimenticar. E or
          lo potrai notar. La vera
          eccezionalità è aver dentro sempre
          il sole del mattino, a far luce
          e riscaldar quel prezioso giardino,
          che qui si esprime con la voce
          di un tenero fiorellino, tenero e
          pur così forte di fronte
          ai dissesti della sorte, che resiste
          e tiene duro dando speranza
          al futuro. Perché la viva terra
          s'è formata così, proprio
          a partir da lì. Son dunque
          questi i fiori essenziali che
          posson curar tutti i grandi
          mali. Allor vado ad elencar,
          stai bene ad ascoltar e
          poi saprai anche valutar.
          Il basilico erotico e profumato
          è adatto anche al più raffinato palato.
          Il cappero, che dia la giusta
          vivacità e un po' di brio nella
          quotidianità, non può mancar.
          La dalia a mostrar gratitudine
          perché lontana tenga la solitudine
          e la nostra presenza sia nella vita
          la vera essenza.
          L'acetosella così spontanea e bella,
          con lei non manchi la tenerezza
          materna e una carezza diventi
          sempre la scelta più moderna.
          Il giglio per esser nella casa
          una regina e aver riconoscimento
          e stima.
          La salvia, buona salute dia
          e che il male vada via.
          Il tarassaco che bello il futuro faccia
          vedere, ma ce ne vuole un sacco.
          Una rosa come gloria della primavera,
          figlia del cielo e presenza serena.
          Una margherita perché sa infonder
          nell'animo bontà, ma anche tanta
          freschezza sa donar.
          La pratolina conferisca la purezza
          e il candor di chi vuol esser
          ancor un po' bambina.
          E poi il rosmarino che tenga
          i malevoli lontano col suo profumino
          sparso a puntino.
          Un ramoscello di mirto infine
          colgo perché la mia vittoria è
          ciò che porgo e or son felice
          perché l'hai amorevolmente accolto,
          per le tante cose che ti sovvien
          nel ricordo.
          Composta giovedì 30 marzo 2017
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            Scritta da: Marta Emme

            Terra: appello urge

            Che le intelligenze del mondo,
            senza perder giorno,
            faccian salir fin alle stelle
            uno spirito così ribelle
            da inventarsi la giusta mossa
            o magari una sommossa
            per dar ai potenti una tale
            scossa da farli tremar
            fin nelle ossa e costringerli
            così, ovunque nel mondo,
            a non perder più neanche
            un secondo, per cambiar
            le cose* (nell'ambiente), per
            far fiorir nei cuori
            ancor le rose.
            Dunque ci sia un momento
            per agire, perché pensando
            al domani, insieme a voi,
            si possa ancor gioire. Giacché
            c'è allarme sul Pianeta,
            è evidente, ma a chi conta
            importa poco o niente se
            anche la più drammatica
            vicenda* (clima) non è servita
            a fargli cambiar lo stato
            della mente, a mostrarsi
            persona intelligente e sfruttar
            l'esser suo potente per far
            l'interesse vero di ogni gente.
            Composta domenica 26 marzo 2017
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              Scritta da: Marta Emme

              L'impronta

              Con quella faccia da fetente* (Trump)
              vorrei fossi solo un abbaglio
              della mente. Con l'inquinamento
              che ha prodotto il drammatico e
              climatico cambiamento, con le
              dinamiche economiche, da
              rosso profondo* (finanza, banche...),
              l'America di oggi lascia
              pagare agli altri il conto,
              infischiandosene del tardomondo*
              (sottosviluppo) e chiede ancora a
              quello di patir le tante pene,
              sol perché così conviene,
              senza pensar al comune bene,
              perché il Pianeta è di tutti
              e qui forte si sostiene.
              Poi, testa, se così avanti andrai
              solo rogne ai posteri lascerai.
              La loro maledizione per
              sempre tu sarai. E questa
              sarà anche la sola impronta
              che con l'America, tu lascerai.
              Or, se si vuol sapere un
              modo strano di vedere, ecco:
              il terrorismo non si sa più
              da che parte stia, ma è certo
              che non scompare con l'ipocrisia.
              È un'opinione la mia, che
              si ripete, come un vecchio
              adagio, perché sento forte
              il disagio. Allor mi
              perdonerete se anche stavolta
              non so essere cortese.
              Composta lunedì 20 marzo 2017
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                Scritta da: Marta Emme

                Caro angelo

                L'unico vero peccato è stato
                esserti eclissato in modo
                così esagerato* (suicidio),
                dalla vita tanto esasperato
                che a noi non hai pensato.
                Ma il bene che ti voglio
                supera anche questo scoglio,
                per quegli occhi penetranti
                e neri dove non ho letto
                i foschi desideri. Sarai
                nei miei pensieri come
                non lo sei stato ieri,
                un angelo assorto
                pei celestiali sentieri.
                Accolto nei cieli per la
                persona che eri, ora
                da lassù infondi luce* (speranza),
                ti prego, a chi qui
                non ne può più,
                quella luce che non hai colto tu.
                Affinché ci sia gloria
                anche nella tua breve storia*
                (nel tuo ricordo).
                Composta giovedì 16 marzo 2017
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                  Scritta da: Marta Emme

                  Piccolezze

                  I soldi non danno la felicità,
                  ma la felicità non paga l'affitto,
                  le bollette e le altre piccolezze.
                  E siccome per essere adeguato
                  tutto va guadagnato, è pur
                  necessario non essere disoccupato.
                  Ma ove si voglion dar
                  sussidi di stato a chi non
                  è menomato, allor il lavoro
                  sia all'uopo commisurato, anche
                  se sociale, non è reato. Senza
                  largir contenti, così, a buon mercato.
                  Perché non è assistenzialismo
                  quel che si ammanta di cretinismo.
                  Composta domenica 12 marzo 2017
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                    Scritta da: Marta Emme

                    Fuoco di paglia

                    Dio ha dato all'uomo
                    un'opportunità: di essere
                    creativo come lui.
                    Ma l'uomo non l'ha
                    meritata e ora è in balia
                    i tempi tristi e bui.
                    Il paradiso terrestre era
                    a sua disposizione, ma
                    ha vissuto, poi, senza
                    alcuna inibizione, così
                    è diventato artefice della
                    sua stessa tribolazione.
                    Eppur c'è chi ancor scialacqua
                    e non si rende conto
                    che pur lui è una testa "fatta" *
                    (nel delirio di onnipotenza).
                    Dunque, per com'è, l'uomo
                    si dimostra
                    un fuoco di paglia.
                    Ma protesterà davanti
                    a Dio, come un mul*
                    (sterile) che raglia
                    perché più non ci sarà
                    misura adatta* (Terra)
                    alla sua taglia.
                    Composta sabato 21 gennaio 2017
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