Poesie preferite da Marta David

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Rivedo ancora
la mia scuola,
la strada brulicante
di voci festose,
le pareti imbiancate
della mia aula. -
riascolto la voce,
burbera ed affettuosa,
dei miei maestri,
il suo tono amichevole. -
e ripenso a voi,
o miei antichi compagni,
ai nostri giochi,
alla nostra vita
vissuta insieme,
ai lunghi giorni
di pioggia e di sole
passati nei banchi. -
come mi sembra
ormai lontano
quel tempo,
quel tempo spensierato e felice,
quando bastava
una piccola cosa
per farci piangere
o ridere insieme! -
come sono ora diverso,
io, dal ragazzino di allora! -
quante immagini,
quanti pensieri,
quante idee, il tempo
ha cambiato dentro di me! -
come è difficile ora vivere,
vivere da soli,
vivere in questo gorgo infernale
che non ci dà che male. -
ma tu, o piccola scuola,
rimarrai sempre intatta
nei miei ricordi,
nella mia memoria,
poiché con te,
dentro le tue mura,
io ho vissuto
i miei momenti migliori. -.
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    Scritta da: Andrew Ricooked

    Dove ero finito?

    Non sapevo da dove venissi
    o dove stessi
    andando.
    Ero perso.
    Mi ritrovavo seduto
    in strani ingressi
    per ore,
    senza pensare
    semza muovermi
    finché mi chiedevano
    di andarmene.

    Non voglio dire che ero
    idiota o
    stupido.
    Quello che voglio dire è che
    ero senza
    interessi.

    Non me ne fregava niente se cercavate
    di uccidermi.
    Non vi avrei fermato.

    Stavo vivendo un esistenza che
    non significava niente per
    me.

    Trovavo posti dove stare.
    Stanzette in affitto. Bar. Prigioni.
    Sonno e indifferenza sembravano
    le uniche
    possibilità.
    Tutto il resto sembrava
    privo di senso.

    Una volta rimasi tutta la notte a guardare
    il Mississipi.
    Non so perché.
    Il fiume scorreva lì accanto e
    l'unica cosa che ricordo è che
    puzzava.

    Mi sembrava sempre di essere
    su una corriera
    che attraversava il paese
    diretta
    da qualche parte.
    A guardare fuori da un finestrino
    sporco
    il nulla
    assoluto.

    Sapevo sempre esattamente quanti
    soldi avevo
    con me.
    Per esempio:
    un biglietto da cinque e due da uno
    nel portafoglio
    una moneta da venticinque, una da dieci e una
    da due centesimi nella tasca
    destra davanti.

    Non avevo voglia di parlare
    con nessuno e non volevo che nessuno
    mi parlasse.

    Ero considerato un
    disadattato e un tipo
    strambo.
    Mangiavo pochissimo ma
    ero incredibilmente
    forte.
    Una volta, quando lavoravo in una fabbrica
    dei ragazzotti giovani, strafottenti,
    stavano cercando di sollevare un pezzo
    di macchinario pesante
    dal pavimento.
    Non ci riusciva nessuno.

    "Ehi, Hank, provaci tu!" Dissero
    ridendo.

    Mi avvicinai, lo sollevai,
    lo rimisi a terra,
    tornai al
    lavoro.

    Mi valse il loro rispetto
    non so perché
    ma io non lo
    volevo.

    A volte abbassavo
    le tapparelle nella mia stanza
    e me ne stavo a letto per una
    settimana o più.

    Ero in uno strano viaggio
    ma era
    privo di senso.
    Non avevo idee.
    Non avevo progetti.
    Dormivo.
    Non facevo altro che dormire
    e aspettare.

    Non mi sentivo solo.
    Non soffrivo di vittimismo.
    Ero solo invecchiato in una
    vita nella quale
    non riuscivo a trovare alcun
    senso.

    Allora ero
    un giovanotto di
    mille anni.

    Adesso sono un vecchio
    che aspetta di rinascere.
    Composta domenica 3 gennaio 2010
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      Scritta da: Andrew Ricooked

      Fuori posto

      Brucia all'inferno
      questa parte di me che non si trova bene in nessun posto
      mentre le altre persone trovano cose
      da fare
      nel tempo che hanno
      posti dove andare
      insieme
      cose da
      dirsi.

      Io sto
      bruciando all'inferno
      da qualche parte nel nord del Messico.
      Qui i fiori non crescono.

      Non sono come
      gli altri
      gli altri sono come
      gli altri.

      Si assomigliano tutti:
      si riuniscano
      si ritrovano
      si accalcano
      sono
      allegri e soddisfatti
      e io sto
      bruciando all'inferno.

      Il mio cuore ha mille anni.
      Non sono come
      gli altri.
      Morirei nei loro prati da picnic
      soffocato dalle loro bandiere
      indebolito dalle loro canzoni
      non amato dai loro soldati
      trafitto dal loro umorismo
      assassinato dalle loro preoccupazioni.

      Non sono come
      gli altri.
      Io sto
      bruciando all'inferno.

      L'inferno di
      me stesso.
      Composta domenica 3 gennaio 2010
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