Rivedo ancora
la mia scuola,
la strada brulicante
di voci festose,
le pareti imbiancate
della mia aula. -
riascolto la voce,
burbera ed affettuosa,
dei miei maestri,
il suo tono amichevole. -
e ripenso a voi,
o miei antichi compagni,
ai nostri giochi,
alla nostra vita
vissuta insieme,
ai lunghi giorni
di pioggia e di sole
passati nei banchi. -
come mi sembra
ormai lontano
quel tempo,
quel tempo spensierato e felice,
quando bastava
una piccola cosa
per farci piangere
o ridere insieme! -
come sono ora diverso,
io, dal ragazzino di allora! -
quante immagini,
quanti pensieri,
quante idee, il tempo
ha cambiato dentro di me! -
come è difficile ora vivere,
vivere da soli,
vivere in questo gorgo infernale
che non ci dà che male. -
ma tu, o piccola scuola,
rimarrai sempre intatta
nei miei ricordi,
nella mia memoria,
poiché con te,
dentro le tue mura,
io ho vissuto
i miei momenti migliori. -.
dal libro "A piena voce. Poesie e poemi." di Vladimir Majakovskij
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    Dopo i prelevamenti

    È risaputo:
    tra me
    e Dio
    ci sono numerosissimi dissensi.
    Io andavo mezzo nudo,
    andavo scalzo,
    e lui invece portava
    una tonaca ingemmata.
    Alla sua vista
    mi riusciva appena
    trattenere lo sdegno.
    Fremevo.
    Ora invece Dio è quello che deve essere.
    Dio è diventato molto più alla mano.
    Guarda da una cornice di legno.
    La tonaca di tela.
    Compagno Dio,
    mettiamoci una pietra sopra!
    Vedete,
    perfino l'atteggiamento verso di voi è un po' cambiato.
    Vi chiamo "compagno",
    mentre prima
    "signore".
    (Anche voi ora avete un compagno),
    Se non altro,
    adesso
    avete un'aria un po' più da cristiano.
    Bene,
    venite qualche volta a trovarmi.
    Degnatevi di scendere
    dalle vostre lontananze stellate.
    Da noi l'industria è disorganizzata,
    i trasporti anche.
    E voi,
    dicono,
    vi occupavate di miracoli.
    Prego,
    scendete,
    lavorate un po' con noi.
    E per non lasciare gli angeli con le mani in mano,
    stampate
    in mezzo alle stelle,
    che si ficchi bene negli occhi e nelle orecchie:
    chi non lavora non mangia.
    dal libro "A piena voce. Poesie e poemi." di Vladimir Majakovskij
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      Adolescente

      Per i ragazzi c'è un sacco di roba da studiare.
      S'insegna la grammatica a scemi d'ambo i sessi.
      A me invece
      m'hanno scacciato dalla quinta classe.
      Hanno cominciato a sbattermi nelle prigioni di Mosca.
      Nel vostro
      piccolo mondo
      di appartamenti
      crescono ricciute liriche per le camere da letto.
      Che vuoi trovarci in queste liriche da cani pechinesi?
      A me, per esempio,
      ad amare
      l'hanno insegnato
      nelle carceri di Butyrki.
      M'importa assai della nostalgia per il bosco di Boulogne,
      e dei sospiri davanti ai panorami marini!
      Io, ecco,
      m'innamorai
      dallo spioncino della cella 103,
      di fronte all'"Impresa pompe funebri".
      Chi vede tutti i giorni il sole
      dice con sufficienza:
      "Cosa saranno mai quei quattro raggi"!
      Ma io
      per un giallo illuminello
      sopra un muro
      avrei dato allora qualunque cosa al mondo.
      dal libro "A piena voce. Poesie e poemi." di Vladimir Majakovskij
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        Tu

        Poi sei venuta tu,
        e t'è bastata un'occhiata
        per vedere
        dietro quel ruggito,
        dietro quella corporatura,
        semplicemente un fanciullo.
        L'hai preso,
        hai tolto via il cuore
        e, così,
        ti ci sei messa a giocare,
        come una bambina con la palla.
        E tutte,
        signore e fanciulle,
        sono rimaste impalate
        come davanti a un miracolo.
        "Amare uno così?
        Ma quello ti si avventa addosso!
        Sarà una domatrice,
        una che viene da un serraglio"!
        Ma io, io esultavo.
        Niente più
        giogo!
        Impazzito dalla gioia,
        galoppavo,
        saltavo come un indiano a nozze,
        tanto allegro mi sentivo,
        tanto leggero.
        dal libro "A piena voce. Poesie e poemi." di Vladimir Majakovskij
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