Le migliori poesie inserite da Gaetano Toffali

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Scritta da: Gaetano Toffali

Ti do quello che ho

Ti do quello che ho
I sentimenti di un uomo
Una speranza bambina
Il futuro che spaventa

Oggi sono qui con te

Ti do quello che ho
Un cuore generoso
Le paure di sbagliare
Tanti graffi sotto il petto

Oggi sono qui con te

Ti do quello che ho
Un sorriso se ti vedo
Che mi manchi da lontano
Stare bene stando insieme

Oggi sono qui con te.
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    Scritta da: Gaetano Toffali

    Quando muori è per sempre

    Quando muori è per sempre
    Checché ne dica il ricordo
    Leopardi ha versi vivi
    Ma occhi turisti al colle

    Rinascere consola il dolore
    Di morte non più lontana
    Ma rana o cavallo selvaggio
    Rinato non fa per me.

    Tutti crescono e poi spengono
    La speranza di un eternità
    E le rughe non spariscono
    Di crema che ti mentirà
    La certezza suona libera
    Dai legacci che inventiamo
    Per poter pietare a noi
    "Forse storia cambierà"

    Muoiono gli altri
    Il mio papà
    Io scrivo tristezza
    E banalità.
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      Scritta da: Gaetano Toffali

      Scrivo di quel che so

      Scrivo di quel che so
      Non certo di me
      Scrivo perché mi amo
      Per certo di te

      Cento spazzole ogni sera
      Lucidano amore
      Non so starti vicino
      Senza baci scambiati

      Navigo a vista
      -A ragione ti perdi -
      Ho un miraggio di meta
      Con cui farci felici

      Mangio sogni e spariglio
      I tarocchi del cuore
      Dico al Bianconiglio
      Che sbagliare è un valore

      Occhi aperti ho nel bacio
      Chiuso dentro di noi
      Colmo di rughe io
      Mentre corro da te.
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        Scritta da: Gaetano Toffali

        Rondini ambite

        Sere sfatte di solo buio
        Carte scorse come tarocchi
        A rigirare l'album del cuore
        Viene mestizia in quasi dolore

        Cerchi lontani raggiungono riva
        Squilla il coraggio di dirle no
        Cede la diga d'argilla viva
        Sopra il baratro volare si può

        Rondini ambite a far primavera
        Lucciole incantate anche la luna
        Sera a ponente soffia leggera
        Ghiaccio di sale sciogliti in me.
        Composta lunedì 30 novembre 2009
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          Scritta da: Gaetano Toffali

          Lettera per una domanda di perdono

          L'esperienza ci ha strappati
          l'uno dall'altra, amore;
          l'esperienza ci ha rattristati
          l'uno nell'altra, amore;
          e il mio "tu" e il tuo "tu"
          si perdono nel vento:
          quale furtiva foglia
          asciugherà il pianto del rubinetto?
          Quale cotone assorbirà
          il mio canto?
          Io nudo come il cielo;
          tu troppo densa, troppo carica,
          troppo, troppo.
          Sbaglio le parole e suono
          come un peccato, come una percossa,
          come un tradimento, come una pazzia.
          E tu, se mi disegni a lungo,
          mi perdi. Ritrovami
          nel giuramento della sera:
          io sono
          il demone del dramma e della catarsi.
          Ma per raggiungerti in purezza
          dovrò mangiarmi le mani?
          La tua bocca mi guarda e io svanisco,
          insano dentro una perla
          umida di nebbia.
          Le tue mani mi dividono
          e io scivolo
          in un tempo di zanzare.
          Resta solo di me il bicchiere
          di questo seme sparso sul cuscino;
          le radici di questa barba
          che abbrutisce il cuore;
          il grido di questa gola
          che nessuna pastiglia addolcisce
          e questa rovina che assapora
          tutto il pudore che mi resta,
          tutta la malizia che ho consumato
          e tutto il canto.
          Vieni, e credi di nuovo
          che il mio corpo, sposo del tuo;
          che il mio silenzio, padre del tuo;
          che il mio canto, fratello
          della tua amarezza
          raggiunga il dio nel tutto che supplichi
          e s'allontana.
          Non ci sono più ossa, ma rose;
          non ci sono più muri ma strade;
          non ci sono più inverni, non ci sono:
          tra poco è marzo, vieni,
          camminiamo.
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