Le migliori poesie inserite da Fiorella Cappelli

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Scritta da: Fiorella Cappelli

La Befana

Ecco qui l'Epifania
la befana è per la via
va volando tra le stelle
con dolcetti e caramelle

È una vecchia un po' aggobbata
con la gonna rattoppata
con lo scialle, un po' sdentata
non è certo una gran fata!

Se finisce la benzina,
nella scopa di saggina
nella notte si trascina...
per la cappa, va in cucina

già l'attende la calzetta
che riempie in tutta fretta
ai bambini troppo buoni
la befana porta i doni

ai politici in riunione
solo un blocco di carbone
e una lunga letterina
per il rincaro... di benzina.
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    Scritta da: Fiorella Cappelli

    La Speranza

    Questa vita, non va ad oltranza
    ancoràti alla speranza
    coloriamo anche il sogno
    aiutiamo chi ha bisogno

    Chi le ali ha spezzate
    le giornate frantumate
    chi non riesce più sul viso
    a stampare un gran sorriso

    Chi è legato a tante pene
    e sopporta le catene
    di dolori disumani
    e non vede più domani

    Questa vita non va ad oltranza
    ancoràti alla speranza
    coloriamo anche il sogno
    aiutiamo chi ha bisogno

    Un conforto di parole
    il calore, un po' di sole
    un pensiero che non duole
    Cuoremente, tanto amore

    Puoi guardare al futuro
    e abbattere quel muro
    scava sotto la tua scorza
    è l'union che fa la forza

    Questa vita non va ad oltranza
    ancoràti alla speranza
    coloriamo anche il sogno...
    aiutiamo chi ha bisogno.
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      Scritta da: Fiorella Cappelli

      Stupro

      Intriso straccio di paura, di vergogna
      a divulgare rabbia sei alla gogna
      ferita e calpestata l'innocenza
      feroce, inaudita la violenza

      sentimenti di sconfitta e d'impotenza
      squarciati cuore e mente da speranza
      e tutto questo è ancora... tolleranza?

      Si deve aver coraggio ora, di fare
      non basta più soltanto denunciare
      la sicurezza e la giustizia sono diritti
      nulla serve vederli solo scritti.
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        Scritta da: Fiorella Cappelli

        Maschere

        Due maschere.
        Una cela un'anima
        l'altra... è vuota.
        È solo un clone d'emozioni
        È coreografia
        È colore
        Ma non è respiro.
        Ma una sola anima... non attrae
        è la confusione, il caos, lo spettacolo...
        la follia interpretata...
        che cattura gli sguardi...
        In questo nostro secolo si è persa
        la meraviglia
        ecco... perché due maschere...
        due personalità...
        oggi, alimentano la curiosità
        di questo nostro... vivere carnevalesco.
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          Scritta da: Fiorella Cappelli

          Abruzzo Nel Cuore

          Alberi di mele in fiore
          Alte montagne innevate
          Straziato Abruzzo, nel cuore
          rovine e vite scavate...

          trema la terra per ore
          scosse per mesi, giornate
          ora è addosso il dolore
          di tante vite rubate...

          pochi secondi, il terrore
          umane case crollate
          polvere e sangue l'odore
          lacrime solo versate

          vivi, abbracciati a chi muore
          aiuti e mani allungate
          pazienza e tanto valore
          in giorni e insonni nottate

          ora è silenzio il rumore
          pianure verdi affollate
          attese e nuove dimore
          nuove speranze improntate.
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            Scritta da: Fiorella Cappelli

            Er passero ferito

            Era d'agosto e un povero uccelletto
            ferito dalla fionda di un maschietto
            s'anniede a riposà con l'ala offesa
            in su la finestra di una Chiesa.
            Da le finestre del confessionale
            un prete intese e vide l'animale,
            ma dato che da fori
            aspettavan molti peccatori
            richiuse le tende immantinente
            e s'ammise a confessà la gente.
            Ner mentre che la massa di persone
            devotamente diceva l'orazione,
            senza guardà pe niente l'uccelletto
            n'omo lo prese e se lo mise in petto.
            Allora nella chiesa se sentì
            un lungo cinguettio: "Ci! Ci! Ci!"
            Er prete a risentenno l'animale
            lasciò di colpo er confessionale
            e poi nel nero che sembrava pece,
            s'arrampicò sul pulpito e li fece:
            "Fratelli! Chi ha l'uccello per favore,
            vada fori dalla casa del Signore"
            Li maschi, tutti quanti in una volta
            s'arzarono p'annà verso la porta.
            Ma er prete a stò sbajo madornale
            strillo: "Fermi, me sò espresso male!
            Rientrate tutti e stateme a sentì:
            chi ha preso l'uccello deve uscì!"
            A testa bassa con le corone in mano
            le donne s'arzarono pian piano
            ma mentre s'andavano de fora
            er prete urlò: "Ho sbajato ancora!
            Rientrate tutte quante figlie amate
            che io non volevo dì quer che pensate.
            Io vò detto e vè ritorno a dì
            che chi prese l'uccello deve uscì,
            ma io lo dico a voce chiara e tesa
            a chi l'uccello l'abbia preso in Chiesa!"
            Le monache s'arzaron tutte quante
            e poi col viso pieno di rossore
            lasciarono la casa del signore.
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              Scritta da: Fiorella Cappelli

              Pinocchio

              Mastro Geppetto, il falegname di un noto luogo
              decise quella sera di accendere un bel fuoco!
              Mise così i ciocchi nel camino
              e con la sedia si accostò al calor vicino...
              fu così che vide quel tronco chiaro
              un ciocco, a dir poco, quasi raro!
              Diritto, come un valido soldato
              troppo bello per finir bruciato!

              E lui che si sentiva così solo, poverino...
              decise di dar vita... a un burattino!
              Prese la pialla e lo scalpello
              senza saper che stava per crear... un bel monello!
              Lo costruì un po' birichino
              tutto di legno... con un bel nasino!
              Fu così che nacque un burattino
              che assomigliava davvero ad un bambino
              vestito di tutto punto, quasi perfetto
              aveva sulla testa un giallo cappuccetto!

              Ne fece di birbe, quel monello...
              che ogni giorno trasformava in carosello!
              Aveva naso lungo e gambe corte
              e per compagni il gatto... e poi la volpe!
              Invano lo consigliava la fatina
              divenuta per lui la sua mammina
              era un continuo dir bugie...
              ne aveva pinocchio di sogni e fantasie!
              Era per Geppetto una gran pena
              tanto che finì nel ventre di una gran balena!

              Ma poi quel burattino smise di dire bugie
              e si sa, bambini, come sono le magie...
              mantenne le promesse al suo babbetto
              cosicché diventò un bimbo perfetto
              e del legno suo restò...
              soltanto un giallo cappuccetto.
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                Scritta da: Fiorella Cappelli

                Piazza Venezia

                Vedenno er monumento, ch'è imponente
                er Campidojo che legava er core,
                pare che se risveji ne la mente,
                un sogno bello, un parpito d'amore

                Qui s'affacciava er "duce" qui la gente
                veniva a dà l'incenso ar dittatore,
                qui sta seporto un poro Combattente
                Ignoto a tutti meno che ar Signore.

                St'Ignoto, p'evità una nova guera,
                chiede giustizia all'Egoismo ingrato
                e prega Dio che illumini la tera.

                E Palazzo Venezzia a mano dritta
                se guarda intorno muto e sconsolato
                come un gigante doppo la sconfitta.
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