Poesie inserite da Claudio De Lutio

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Scritta da: Claudio De Lutio

Qual regalo di Natale

Ecco a te, oh padre caro,
quale dono di Natale,
quel fra tutti ch'è il più raro!

Parrebb'essere banale,
un regalo come tanti,
atto sol circostanziale.

Viene scelto dai cotanti
che han capito cos'è un padre
dai suoi gesti più importanti.

Pur è dato ad una madre
a cui spetta pari onore
come Iddio è a comandare.

Or sian ferme ogn'un dell'ore!
Senza esser solo amene
sian parol (a) che ven dal core!

Dico allor: "Ti Voglio Bene!"
Questo è il dono mio più caro,
quant'a te più si conviene:

un ristoro d'ogni amaro.
Qual regalo di Natale,
quel fra tutti ch'è il più raro.
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    Scritta da: Claudio De Lutio

    Quegli occhi grandi e quei capelli neri

    All'imbrunir di un dì di mezza estate
    neppur nel tempo pari ad un istante
    attrassero il suo cuor e i suoi pensieri
    quegli occhi grandi e quei capelli neri.

    Sol'oggi egli può dir per quale cosa
    fu invano da quel giorno trovar posa
    finché notar gli parve d'improvviso
    gli stessi occhi che gli avean sorriso;

    guardavan lieti il volto d'un piccino
    quando a giocar venia più da vicino:
    come la madre anch'egli aveva fieri
    due occhi grandi ed i capelli neri.

    Non era che ad un passo da costoro
    e già due lacrime vid'ei cader'a coro:
    solea bagnar una goccia ciascun viso
    ma il posto dovea dare ad un sorriso.

    La mano del bambin la donna prese
    la pose in quel del padre e lo sorprese:
    lui fu commosso e tenne volentieri
    quegli occhi grandi e quei capelli neri.
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      Scritta da: Claudio De Lutio

      L'Ultimo dell'Anno

      Pronto sull'uscio, con cappello e guanti
      al cincinnio dei calici a levare
      vien festeggiato tra i bei suoni e i canti.

      Poi ch'egli sa che non può più tornare
      al nuovo anno prima raccomanda
      ciò che giammai dovrà dimenticare:

      "Si dian a ciascun le cose che domanda;
      nel cuor di tutti: gioia pace e amore;
      d'ognun sia speme, in Fede veneranda."

      E attento a cadenzar parol(e) coll'ore
      a qualche istante dalla mezzanotte
      augura al successor d'esser migliore.
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        Scritta da: Claudio De Lutio

        Caro Soldato

        Caro soldato,
        un giorno sei partito per la guerra
        e da quel giorno non sei più ritornato.

        Dovesti salutare la tua terra
        con un addio rivolto a chi restava
        che senza te rimase senza terra.

        E al fronte andasti ove il nemico stava
        incontro all'uomo che t'avrebbe ucciso
        pregando Dio, mentr'egli ti sparava:

        "Oh Padre mio, è questo che ho deciso
        quando ho promesso a Te di perdonare
        finanche in guerra per il Paradiso,

        e di non provocar mortal ferita,
        neppure per difender la mia vita!"
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          Scritta da: Claudio De Lutio

          Donne di sera

          Le donne di sera diventan più belle
          coi visi truccati, le pieghe ai capelli
          le gonne stirate e sotto le scarpe
          per gambe allungate, a sfoggio più alte.

          Si ammirano all'ombra e corpi sottili
          risaltano forme, adottano stili.

          Son belle di sera le donne anche dentro:
          regalano amori... "costrette" si vendono.
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            Scritta da: Claudio De Lutio

            Non sei più neppure l'Io

            Uomo,
            tu non sei nato per esser come Dio
            non sei tu al mondo per ragione tua
            sei qui soltanto per la causa Sua
            ch'è più elevata a fronte del tuo "Io".

            Non hai creato il cielo e la natura
            l'alba e il tramonto o il canto degli uccelli
            eppure a volte a Lui tu ti ribelli
            scegliendo il Male: "ma non hai paura?"

            Non vuoi che guerre per vendette tue
            per gli egoismi o altre fantasie
            per te son altre cose le eresie
            quel(le) che talvolta son le cose Sue.

            Puoi mai così sentirti come Dio?
            Se non ricordi niente dell'amore
            sei hai calpestato il Bene dentro al cuore
            ed ora non sei più neppure l'Io.
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              Scritta da: Claudio De Lutio

              A Enrico Caruso…

              Non fu che il primo canto fortunato
              quel del vagito che s'udì sì forte
              al primo piano e rimbombò alle porte
              d'ogni palazzo in via San Giovanniello.

              Fu il pianto del fenomeno ch'eri nato
              per porre fine a quella triste sorte
              che si accanì ben diciassette volte
              sferrando mortal colpo al tuo fratello.

              Enrico dei Caruso fosti chiamato:
              al fabbro Marcellin e sua consorte,
              Anna Baldini, le speranze tolte
              deiscenti fur con te, loro granello.

              Di umor mutevole e scatto sì immediato
              ma sempre dolce e di natur solerte
              benché apparisti puntiglioso a volte
              scritto sull'acqua il tuo rancor fu quello.

              Ancor bambino e già prodigio innato
              le prime basi della canora arte
              ti furon date dal mio bisnonno in parte,
              Raffaele, maestro di piano e ritornello.

              Da allor più forte al canto appassionato
              nei cori in chiese e nei teatri inoltre
              la voce tua sia giorno che di notte
              venne apprezzata a nome Carusiello.

              Allo "Strasburgo" a Napoli scritturato
              cantasti anche al "Gambrinus" note alte
              ma la tua fama dovea sconfinar oltre
              dall'Italia, finanche da Parigi con l'Othello.

              Così ti arrise il gran successo attuato
              grazie a quel timbro portato sino a corte
              e le attenzion di illustri autor rivolte
              ma nel tuo cuor restasti Carusiello.

              E se il più gran tenor di tutti i tempi
              ti decretaron unanimi i consensi
              a Napoli lasciasti la tua voce:
              rimbomba nel riposo a San Giovanniello.
              Composta mercoledì 27 novembre 2013
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                Scritta da: Claudio De Lutio

                Il perdono dei "Giuda"

                Ogni croce portata dall'uomo
                è una croce sulle spalle di Dio
                che sottrae ogni volta all'oblio
                il peccato di Adamo dal pom (o).

                Anche Giuda sarà l'Ecce Homo
                da quel ruolo che ebbe sua vita
                essa stessa dal trader tradita
                per la colpa e per l'Alto Perdon.

                Ci saranno altri Giuda per questo
                altri uomini donne fratelli
                or la croce dei tristi ribelli
                è passata dal Cristo ai fedel.

                Qual chiamati al perdono dei Giuda
                a ciascuno diran: "non temere,
                non siam qui per vederti morire,
                senza prima salvarti dal fuò!".
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                  Scritta da: Claudio De Lutio

                  Barconi della libertà

                  Erano in tanti e poi sono partiti
                  avean nel cuore tutti una speranza
                  fuggivan dalla morte e son saliti
                  a bordo dei barconi dei migranti.

                  Erano in tanti e avevano paura
                  nei loro sguardi mesti si leggeva:
                  non più la guerra, ripudio alla tortura
                  ma libertà per mare sui natanti!

                  Erano in tanti e nulla portaan seco
                  se non quanto imprimeva nel ricordo
                  come più lunga scia tant'era l'eco
                  di quei lamenti tristi ed assordanti.

                  Erano in tanti e l'uno addòsso all'altro
                  in spazi angusti e macilenti in volto
                  un sacco avean con un po' d'acqua dentro
                  senza più pane ma lungi dai rimpianti.

                  Erano in tanti e forse avean già scelto
                  la sorte infausta di un lugubre destino:
                  meglio rischiar la vita in mare aperto
                  che uccisi da una guerra mai in declino.
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