Le migliori poesie inserite da Cetty Cannatella

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Scritta da: Cetty Cannatella

A mia madre

Amami madre mia...
Giusta o sbagliata che io sia...
Amami.
Non giudicarmi...
Non tentare di cambiare il mio spirito.
Accetta questa figlia che passeggia fra le parole...
Non guardarmi con rimprovero ma abbracciami...
Non dirmi che sono grande...
I figli dentro il cuore di una madre... sono sempre piccoli e scalciano ancora nel suo ventre.
In quel ventre dove il. mondo non poteva mai fargli male.
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    Scritta da: Cetty Cannatella

    L'immagine non ha bisogno di parole

    Ma io sono quella che si ribella a Orfeo
    perché ha lasciato la mano ad Euridice
    Quella che dice ad Arianna:
    corri avvolgi il filo rosso e bacia il tuo Teseo.
    E adesso mi tocca discutere con Platone e il suo Simposio.
    Dice che ognuno ha mezza mela esatta in giro per il mondo
    ma se la mela perde pure l'altro seme?
    Come può sentirsi completa, non può!
    Le mancherà sempre qualcosa.
    Socrate sorrise e mi guardò, come dire: te l'avevo detto?
    Ma da ribelle quale sono rispondo,
    il seme non è perso io l'ho piantato
    e radicato con immenso amore io ho fede nel mio credo
    e ne raccoglierò i frutti
    se questo non accadrà la mia fede mi sorreggerà.
    .
    Composta martedì 6 settembre 2016
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      Scritta da: Cetty Cannatella
      Ti ho amato perché avevo bisogno d'amore.
      Ti ho viziato e reso grande agli occhi degli altri.
      Ti ho mostrato grandi cose facendomi piccola piccola
      e tu grande davanti agli altri.
      Ma tu sai cosa vuol dire amare?
      Sai dare senza rinfacciare?
      Sai rinunciare senza che ti pesi per amor della tua donna?
      Tu sai solo offendere.
      Tu sai solo giudicare dici sempre che mi hai amato.
      Ma tu dell'amore non sai neanche riconoscere i colori o le radici.
      Composta martedì 6 settembre 2016
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        Scritta da: Cetty Cannatella

        La madre di me stessa

        E vorrei farmi piccola, piccola.
        Entrare nel mio grembo
        e da lì sussurrarmi ciò che il mondo non capisce.
        Parlare dei miei giorni felici
        e di quelli che mi fanno tremare.
        Dire ciò che sento,
        quando le braccia che amo non mi stringono.
        Vorrei un rifugio dove le paure non mi facciano male,
        dove ogni cosa intorno mi fa sentire sbagliata.
        Vorrei solo stare in silenzio in questo mondo rumoroso,
        stringermi fra le braccia e amarmi.
        Composta giovedì 13 ottobre 2016
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          Scritta da: Cetty Cannatella

          Santa Rosalia

          Stamatina, stanca e cu' disiu ri scappari ri tutti i pinzieri
          Minni ivu a Munti Piddirinu, na du beddu spiazzali, unni c'è a nostra Santuzza ca ni talia, unni u munti si vasa cu mari e cu u suli. Appena arrivavu, ristavù ncantata
          Mi scuiddavu i pinzieri
          Taliava a me tierra, biedda! china ri suli, un cielo ca pari un mantu di Madonna, u mari azzurro e brillanti comu u cristallo, u ciavuru ra zagara ca ti inchi e t'abbrazza.
          Pinsavu: che biedda a me tierra!
          A chiu biedda ru munnu! peccato ca na maniata ri latri sa stannu manciannu, na maniata ri cristiani ca cu a giacca e a cravatta su tutti signori e poi arruobbanu, e i puvirieddi, chiddi oniesti, hannu a viriri i fighi ca si ni scappanu, a Palermo un ci vuonnu stari.... picchi si vuò travaghiari prima tà fari raccumannari? Isavu l'uocchi
          e t'aliavu a Santuzza
          Ci rissi: ma tu nienti po fari?
          Unnu viri comu nà riduciemu?
          semu stanchi, mettici na manu tu Santuzza mia!
          Palermo avi ancora bisogno ri tia...
          Avi sempri bisogni ri tia...
          U me cori si strinciu e taliannu a statua cu l'uocchi chini i chiantu....
          Mi passi i sientiri un coro di ave maria
          Mi giravu
          era Palermo ca' priava cu' mia.
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            Scritta da: Cetty Cannatella

            La mia terra

            A volte penso: ti vedo bellissima perché sei la mia terra... come una madre guarda la figlia.
            Invece no!
            Sei meravigliosa e selvaggia, sei picciridda e gran dama.
            Sei indomita e gentile.
            Sei semplicemente come quella femmina che tutti desiderano, conquistano e alla fine si innamorano e tu sorridi monella nel tuo splendore.
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              Scritta da: Cetty Cannatella

              Non ti perderò di Alzheimer

              E nel silenzio dei tuoi sbiaditi ricordi non c'erano più le voci degli alunni, né le pagine dei tuoi libri...
              Non c'erano più fiabe, pensieri di donna colta, di mamma tenera, di insegnante.
              Tu sole al tramonto, hai dato amore, calore... sfogliato pagine finché hai potuto.
              E ti ho abbracciata forte, accarezzata per non sentire dolore, per ritrovarti e ritrovarmi.
              E ci sarai in ogni ricordo, in un libro che non sò, in un fiore che sboccia in primavera, nel pianto di un bambino.
              Ci sarai lì dove c'è amore, lì dove il canto di una mamma non si dimentica mai.
              Tu smarrita sei andata via, io ti ho vista volare ma non ti ho persa mai.
              Composta venerdì 4 gennaio 2019
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                Scritta da: Cetty Cannatella

                Quattru paroli attaccati 'ncruci

                Musica, scrusciu, abbaniati genti...
                Mercati di parole, sentimenti venduti, calpestati dal passeggio momentaneo del pseudo compratore d'amore.
                Cicatrici tatuate
                Fiori sbocciati da dolori acerbi, poi maturi e prepotenti
                Giro, giro tondo... ginocchia bucciate, anime tramortite, livide di dolore.
                Preludio di nuova luce, quando il dolore diventa forza.
                Quattru paroli attaccati ncruci...
                E come alla fine del gong sul ring, faccia livida e sanguinante
                Gente che esulta al massacro e vince il più forte...
                Il più forte non è chi ha usato violenza, né chi ha attaccato...
                Ma è chi con coraggio si è difeso, battuto, non è caduto o con forza si è rialzato.
                Le parole in croce con chiodi piantati sono rimaste lì... sterili, velenose e come kamikaze esplosi sui corpi di chi ha usato i colpi.
                Il Cristo è sceso, risorto... e sul ring rimane vittorioso e tramortito, ignorato.
                L'attentatore prima inneggiato... ora
                vittima di se stesso e del malcreato.
                Composta sabato 5 ottobre 2019
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