Piccole lacrime rigano la tela del tempo, pennellate di colore sbiadiscono al loro passaggio, ricordi impressi, confusi, imrpigionati nell'attimo in cui si sono creati, scavando solchi che neppure chili di mastice riusciranno a colmare; distruggere la tela non servirebbe a cancellare gli odori, i sapori, le emozioni che senti col cuore; ti allontani, ma la prospettiva non cambia; volti la faccia, ma quell'immagine si riflette come se tu fossi nella stanza degli specchi; quella tela contiene la tua vita che vivrà anche dopo di te, puoi anche ignorarla, ma sarà la tua ombra fino al giorno in cui una pennellata finale cancellerà tutto ciò che di buono o di cattivo hai creato...
La gente della notte fa pensieri strani, non pensa solo ad oggi, ma pure al domani, si sofferma a pensare se è giusto proseguire in questo giorno o lasciare andare, ascolta nel silenzio le anime di strada, e non capisce ancora qual è la sua meta, l'odore della notte sazia i cuori fragili, quelli che ancora battono perché sono nobili, cammina per i vicoli ancora addormentati sperando di vedere dei cavalli alati, non sa che nella notte non c'è rumore amaro, come un brutto risveglio per un sogno strano. La gente della notte vaga per i pensieri, per non pensare a quanto si era illusa ieri...
Odio la noia del mare in tempesta mette scompiglio nella mia testa, odio il rumore della foresta soffia il vento e foglia non resta, non sono ad un bivio mi addentro ferita, cerco l'uscita il tormento resta, scavato, inciso.
Non è una scelta, non si tratta del cuore, ma solo sapere dove risiede l'amore, se giace in testa, sono tranquilla volo leggera come una farfalla, se segui il cuore, capisci pure, che non posso restare per non deviare la tua decisione.
Si avvicina il giorno fatidico, vorrei tornare indietro, ma sono in bilico, ho dedicato a quel momento versi, ma dopo un anno si sono persi.
Ricordo, come fosse ieri, lo sguardo tuo incollato a quello mio, il sorriso accennato e il cuore a mille, sono l'oggetto che vorresti, volti le spalle.
Il sogno è ormai finito dietro un vetro scuro, il mattino ha cancellato un boccone amaro, cosa rimane di " quel momento" ormai vissuto, forse un ricordo inciso o mai avuto.
Mio triste Dio della bellezza in prosa non potevi far di me la tua sposa, hai scelto la giusta rima da fare chiudere gli occhi e lasciarmi andare...
Il mio silenzio non significa nulla, se mi assento è per capire meglio, i periodi più neri possono capitare, ma grazie a tanti amici posso proseguire...
Mi distraggo dal quotidiano a me nemico leggendo versi d'amore e d'infinito, non sono cambiata, sono la stessa, solo un po' assente, ma non significa niente, voglio bene allo stesso modo, leggo in silenzio e mi commuovo, mi isolo per non ferire chi mi ama, non pensate che vi abbia tradita sarei una scema...
Gli amici sono tali se non li perdi, se capiscono in silenzio quel che senti, ti prendono per mano accarezzando le rime un po' strazianti che stai scrivendo...