Non mi toccare, lo penso, non lo dico, brutto bastardo che prendi ciò che nego, aliti in faccia uno sporco respiro non sei un uomo, sei solo un vampiro.
Succhi l'anima di una donna qualunque, non importa chi sia, conta che arrivi al dunque, le metti addosso il tuo corpo schifoso, prendi di lei il domani che ormai ha perso.
Ritmi lenti scandiscono le preghiere di te che senti senza vedere, meglio abbassare le tue difese così presto speri ti lasci in pace.
Una donna diventa un oggetto se non è guardata con rispetto, se in lei vedi solo lo sfogo di un istinto, sei un animale, credi di aver vinto.
Come quell'ultima sigaretta fumata insieme, spegnerò la luce, percorrerò la strada a piedi nudi, inseguirò il destino fino a quando, ancora una volta, il mio respiro non sarà anche il tuo...
E la sua ombra rimase li, seduta in quel gradino, illusa, come sempre, in un gelido mattino, guardava le sue mani e non si rendeva conto, di quanto invece aveva il suo cuore infranto... Quell'ombra del mattino aveva lui vicino, sospiri e sensazioni e un mare di emozioni, volati via col vento di un cuore spento e stanco. Quell'ombra del mattino, non ha più un corpo, quell'ombra del mattino è un sogno appena morto...
Non mi sovvien parola che nulla grida, ciò che il cuor mio non prova ora, non v'è anelito di vento che non porti il tuo nome così d'incanto, non son suoni ormai così lontani che faranno scomparire il mio domani, non c'è gesto estremo alcuno per impedir il domani di ognuno... E attendo nella mente che tu venga, finalmente a ridare alla mia anima quei colori scomparsi nel tuo ieri, non v'è vuoto nel silenzio che il cor mio non strazi con il tempo...
Cosa sono per te? Un sogno di cristallo chiuso in una lacrima, la chimera che non ha domani, lo spazio vuoto nel cuore, l'odio e l'amore, la speranza di nulla, la frase da cancellare, la donna da amare o da non guardare, il canto del vento che si perde nel cielo, o in una tormenta di un triste inverno. Cancella ciò che è stato, non è mai accaduto, così puoi avere la pace e il mio saluto...
Giro quella clessidra tra le dita, contemplo la sabbia all'interno, è un po' secca, i suoi colori si sono un po' spenti, soffre, odia chi l'ha intrappolata, lei rivuole il mare, l'aria di un tramonto, il suono delle conchiglie, lei ha bisogno di volare... Rompo il vetro e la lascio andare... Seguirò il tuo cammino fino al mare.
Ricucio lentamente le ferite, dal tempo e dal silenzio lacerate, combino i lembi del mio cuore appallottolato dentro il tuo nome. Ricucio i pezzi del passato orlato di malinconia, per sempre tu te ne sei andato lasciando la mia vita in mezzo ad una via. Rimetto assieme i nostri giorni sperando che in cuor mio tu ritorni, e metto il filo dentro l'ago che ha punto tante volte il mio dito. Adesso che il restauro è finito non ha la forma che ho sperato, ma altro non so fare, che ve lo dico, se quel che era, ora non è tornato...
Il nostro amore si è fermato sulla riva di un respiro non ha avuto neppure il tempo di tradire un mattino, sulle note di un sogno ha danzato in eterno sul volo di un gabbiano ti ha portato lontano. Trascorre lento il fiume di noi lo guardi fisso, ma poi? Non sto in silenzio, urlo l'amore per cercare di farti sentire il piacere e non il dolore. Ma dove sei anima candida che hai illuso il mio tempo? Forse dove nasce il sole o dove muore l'amore...
Sei solo aria che gonfia palloncini colorati, sei vento che soffia sui monti innevati sei sogno che svanisce all'alba di un giorno maledetto, sei inferno che brucia l'anima, sei soffio che sibilla dentro le vie del mio cuore, sei il nulla che riempie il vuoto della tua mente... e la mia...