Le migliori poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia

Visto dall'alto

Su un viottolo giace uno scarabeo morto.
tre paia di zampette ripiegate con cura sul ventre.
Invece del disordine della morte - ordine e pulizia.
L'orrore di questo spettacolo è moderato,
la sua portata locale, dalla gramigna alla menta.
La tristezza non si trasmette.
Il cielo è azzurro.

Per nostra tranquillità – gli animali non muoiono
ma crepano d'una morte per così dire più piatta,
perdendo - vogliamo crederlo – meno sensibilità e mondo,
uscendo – così ci pare - da una scena meno tragica.
Le loro animucce mansuete non ci ossessionano la notte,
mantengono la distanza,
conoscono i mores.

E così questo scarabeo morto sul viottolo
brilla non compianto verso il sole.
Basta pensarci per la durata di uno sguardo:
sembra che non gli sia accaduto nulla d'importante.
L'importante, pare, riguarda noi.
Solo la nostra vita, solo la nostra morte,
una morte che gode di una forzata precedenza.
Composta lunedì 3 agosto 2015
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    Scritta da: Andrea De Candia
    C'era una manciata di semi odorosi
    nelle mie mani per te,
    e un ricordo lontano di cose accadute
    ma senza sentimento.
    Pensavo che tu fossi la mia strada,
    e ho messo calzature leggere
    perché tu mi credessi un'ombra.
    Ho vagato solitaria con te dentro la mia stoltezza.
    Non ti dissi che ero innamorata
    fino al pudore,
    finché non vidi sangue nella mia mente:
    come se partito da me
    mi avessi rapito il fulgore degli anni.
    E così ho aspettato che tu rinverdissi
    e che da erba diventassi un altare;
    ma come tutti gli altari
    ti sei fatto pietra.
    Composta sabato 11 aprile 2015
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      Scritta da: Andrea De Candia

      A mia figlia

      Cara, ti vorrei scrivere il mio amore;
      cara, ti vorrei dire che sei come
      un purissimo vaso che si incrina,
      ma se tu vuoi riuscire
      a guardarmi nel viso come Psiche
      fece nel tempo andato con Amore
      tu rimarrai delusa e poi ferita.
      No, non volgerti indietro, la vestale
      cammina adagio, lenta, a sé davanti
      guardando sempre; no, non ritornare
      su ciò che hai fatto, può essere morte:
      te lo dice un'antica profetessa
      che è una povera madre e ti vuol bene.
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Epitaffio

        Qui giace come virgola antiquata
        l'autrice di qualche poesia. La terra l'ha degnata
        dell'eterno riposo, sebbene la defunta
        dai gruppi letterari stesse ben distante.
        E anche sulla tomba di meglio non c'è niente
        di queste poche rime, d'un gufo e la bardana.
        Estrai dalla borsa il tuo personal, passante,
        e sulla sorte di Szymborska medita un istante.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          Deh, se mai a un tocco d'angelo un bagliore
          cadesse in questo mare da una luna
          dove il mio io, corallo senza flettersi,
          dimora nei più verdi rami.

          Angoscia che mi affligge... Sconosciuto
          chi opera mi resta, una corrente
          che indugia, che mi supera, si perde,
          ostacoli la guidano e fondali.

          Da primordi insensibili di pietra
          si volgono creature a un tratto elette
          e sul silenzio eterno di ogni essere
          precipita il fragore di un evento.
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            Scritta da: Andrea De Candia

            Maria Egiziaca (Tintoretto)

            Sulla chiara aderenza del suo viso
            dove balena il ritmico, selvaggio,
            sentimento dell'alba
            mentre della notturna s'addolora
            quiete silvestre e cinge a dominare
            il boato del tempo la più cauta
            trepida luce, salgono veloci
            i profili irrequieti del destino.

            Mirabile linguaggio che trascorre
            dalle limpide acque alla vibrata
            forza dell'inumana profezia!

            Ora nell'ampia conca dell'eremo
            un soffuso candore si raccoglie
            dalle acque sui rami ed accompagna
            di cenni lacrimevoli il congedo.
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