Tenui tessuti di note vergini orbite inesplorate ai tasti s'affacciano discreto hanno il respiro trame di sonore concupiscenze. S'incunea il verseggiare delle dita del pianista di fantasie e amori ebbro d'acquari incandescenti hanno 'l sembiante queste processioni di diesis e bemolli di far sguazzare melodie inebrianti compiaciuti. Gin e whisky labbra avide e vissute corteggiano e tappeti cesellano per inconsuete armonie sprofondano gocce di luce sul volto mai prostrato del musicante scintillano sbuffanti bicchieri su onde di jazz e lente melodie sfila irriverente e compiaciuta la ragazza dalla gonna ubriacante che di tutti sarà e perciò di nessuno. Arcani di amori mai sbocciati o forse sbocciati maledettamente presto con unghie di smalto consumato ai vetusti tavolini s'avvincono; altro non è il pianoforte che un guscio di preghiera traballante un tessuto di spine mai estratte una pagina vergata con serenate di lacrime, la sera s'accuccia indifferente e i tasti a riposare tornano nell'inquietudine severa di sonorità ancora da inventare.
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