Non potere sapere l'esistenza di volti con le guance su cui possano cadere scivolare dolcemente le lacrime di ogni suo riflesso, sentire di vertigini aggrappato alla corda di un raggio teso giù, discensione ch'è un urlo disumano, ed il mare ad attenderlo ch'è suolo, fin dalla caduta della sua nascita, un suicidarsi col seppellimento, uno zappare ch'è risucchiamento, un lutto in superficie ch'è preghiera che mormora frasi di corpi - l'onde - corteo che non calpesta la sua bara, il cimitero è tutta la sua tomba, la Notte è decomposizione eterna, è come Dio che si veste di nero e si piega ad andare nel profondo, come un padre ch'è interiormente madre.
Commenti