Nel tedio dei giorni vuoti dalla tolda, confusa tra mille, un fazzolettino colorato ti ho visto agitare additando un saluto a me canuto fermo sul molo! Un refolo messaggero me ne ha portato il profumo ma il tuo veliero, presago delle sirti della rada, in rotta già dirige per altri porti; all'estremo limite scomparso qui non farà mai scalo, ed io che giammai potrò raggiungerti, col pensiero, appena potrò mandarti un bacio! Senza essermi stata accanto, vanita e non rinvenibile, ancestrale candore di cigno più non ti rivedrò apparire dall'orizzonte dei sogni perduti nell'intorpidire del ricordo. Eluso il richiamo di un terrifico strapiombo fuggirò tra ritrovate solitudini; da un ermo promontorio nelle compagne ore infelici che in stuolo già mi aspettano, scruterò azzurre distese a te pensando, sole che scompari; serioso, ti raggiungerà il cuore abbaglio di sogno non consumato. Ah allucinazioni in viluppo tripudi vissuti, amenità volatili, che sempre mi restano dentro quando pura magnificata essenza, salsedine ti riporta il mare!
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