E quel benessere quel gran vociferare... di cui interiormente N'ebbi sentore.
M'indusse a maledir unicamente quell'antefatto di pensiero che con spirito puro E con candore mi collocò tra I falsi martiri d'amore.
quand'io nacqui avrei voluto che il ricordo non mi sfuggisse alla memoria... ma che tutto chiaro mi restasse; al fin che sol di quei momenti "per il sublimale miracolo di vita che sempre si rinnova" ...mi ricordassi!
Ma il mio incauto pensier libero gorgheggia ogni momento nel suo vorticar soffoca il lamento, S'alza e s'insinua a seminar sgomento con la sua triste nenia... A tributar tormento.
E la notte... come ogni notte... mi si rinnova il turpe amplesso E nella monotona e lenta mia agonia il nero spettro... mi strappa l'anima E la trascina via!
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