Scritta da: Sandro Spallino

UN SUSSURRO

L'ambra di una stella
Batte nel notturno cielo,
come il tuo cuore svegliato
al mio apparire batte.
Nuovi come i boccioli di gigli al mattino
cantanti l'alba i miei occhi inzuppati
alla luce dei petali sentii,
alle fresche essenze le tue nari,
ora mentre sospesi camminiamo
nel giorno che traspare come le acque
e balena il volto degli antenati,
nello specchio di una fontana
nel mezzo di una chiarità
un limpido sorridere tra le foglie piegate,
di loro poi le voci appena, troppo fugaci.

Mia amata, nell'amore ti ho donato il grido disperato
mentre la spina mi tagliava il dito,
e sulla rosa accolta, una gioia sanguinava,
e il mio scialle di pensieri
fremeva per la bocca
impregnata di un lieve filo d'aria
e un Dio fuggente dalle caverne mattine
il cuore liberava.

Quante le volte che ho sussurrato al tuo orecchio
"amami che ti amo"
Nel fondo senza fine di una notte,
nel tuo sogno immemore senza paesi,
con un calore che scioglieva i ghiacciai,
braccato dalla luna,
vieni ancora a me sulle zampine del vento,
mia venere immortale,
profumo degli angeli,
ora mentre scuote il vento le cime spezzate,
e mi disseti abbattuto sui tuoi baci.

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