Anni tremanti appesi ad una foglia su per il vorticoso dedalo dei sentieri della vita. Era il tempo di baci screziati di viole, frutto di teneri abbracci e carezze. Ora, noi figli della guerra, ascoltiamo l'eco dei silenzi dei cuori stranieri e, intrisi di tristezza, vaghiamo nella luce fatua dell'impervia brughiera incendiata da un'acerrima battaglia. Poi, quando finalmente s'immolerà l'animo nostro schiavo della sete amara del potere, non saremo più costretti ad annaspare, non più naufraghi nelle impervie trincee. Scacceremo d'improvviso l'orrore con una promessa di pace che assumerà l'aspetto, nella nostra oasi di quiete, d'oro fuso d'un amore tramato fitto.
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