L'effimero, perversione d'eterno, gli istanti, bellamente trafitture, il sole fatto a pezzi versa lacrime di immobile memorabilità, il mento ed il ginocchio d'orizzonte fino al piede del fondale - caduti i riflessi, linguaggi imperdonabili! - la madre cielo con occhio di cranio vive da trapassata del dolore intensamente il lutto del suo figlio unico, smembramento di miliardi resi all'ingresso di un vicolo cieco, all'altare del sonno, ed in questo aldilà, immolato quell'agnello del sogno, mentre legati ad un tempo dei divisivi insonni si ribellano a una catasta di troppa stanchezza.
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