Scritta da: Andrea De Candia
L'insonnia profumante di cadavere,
l'innaffiamento di un sogno alle ossa,
la scrittura caduta con l'inchiostro,
il tavolo è un altrove che non sente
e ignora la dannata vocazione,
la finestra è violenza alla mia stanza,
il vento è un aiutante inascoltato,
la luna è l'occhio fatto cecità,
complice che si Ponzio Pilatizza,
mi lascia andare in uno spazio d'ore
al nulla della mia crocefissione,
le palpebre mi inchiodano nel vuoto,
le labbra, masso di pietra che sbarra
l'uscita al grido che libererebbe.

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