Notte, sciacquio di remi nuvolosi, notte, galleggiamento delle stelle, un cane il suo lunghissimo silenzio guaì, si sguinzagliò dal primo raggio che lo trattenne nell'ultimo giorno morse e strappò la carne della luce, sulla strada di sguardi sguainanti spade di insonnie, spighe sulle palpebre, carezzate dal sole, il sole nero - l'osso lasciato sanguinare in bianco, silenzio dei colori e di scrittura, muso e coda che sono, insanguinati, l'alba e il tramonto, il suo pelo del tempo, il ventre di città, in cui ogni casa è una mammella a cui s'aggrappa l'uomo che succhia tutto il latte del suo sonno in sé, mentre è succhiato via il suo sogno, nutriente invisibilmente oppresso.
Commenti