Notte, pupilla vasta che contieni e raccogli i riflessi di lacrime stellari che non cadono in volto, in guancia, in mento - lontananza nel mare che li attende - con le fauci dell'onde inferocite - si sbriciolaron presto in spuma d'ossa, in docile mollezza, chi di spada ferisce, poi di spada perirà! - sbranò la preda del figlio del sole - fu lutto ovunque, come sulla terra quando Cristo morì. Così la notte. Pietà di Michelangelo che dona il colore dell'animo alle cose che obbediscono senza che subiscano - e il mare è le ginocchia dove culla l'immensa tomba - tutt'un cimitero - dove riposa, dove? Non si sa! Il giorno dopo è l'aldilà per lui è noi morti di qui, illusi vivi, non percepiamo che è resurrezione.
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