E noi ti odiamo, tempo. Perché ci fai invecchiare! Perché ci fai morire! Diamo la colpa a te, nella sua assenza insmentibile qui! Se ti vedessi come fossi un'anima e una vita che ha un corpo nel passare del paesaggio, in prestito ai miei occhi. Se ti vedessi un'infinita veste di cristallina lacrima, le nubi ogni osso separato dal suo altro a cercare la morte su una riva inesistente d'assente aldilà. Oh, l'immortalità, la più grande condanna di martirio! Se vedessi nel sole un pane aperto, un cuore perlustrato dal dolore di dita altre che vi frugan dentro, o la corona di spine che ha già trovato quel Gesù, al cui capo scendere, e la flagellazione nel tramonto, l'arteria della vita che diventa penosa scia di sangue all'orizzonte che non ha forza di frustar sé stessa ormai nemmeno più, allora mio tempo, mio amato tempo, amato figlio tempo, l'uomo paterno misero che sono si svelerebbe a te, ti donerebbe l'immensa croce della sua pietà!
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