Visito spesso in te la mia dimora che mi parrebbe un tempio se non fosse per due dritte colonne che la regge all'esterno siccome un trionfale tronco di albero antico ove si posi la finzione dell'Eden accanita. Per aspetto vi si potrebbe chiudere il serpente alle sue spire come il secolare e veloce mio attacco. Ma tu vivi difeso dalla grazia mentre io brucio di senso proprio alle soglie della mia malia ed anche a me tu rappresenti l'Angelo quando reprimi nel tuo velo azzurro dei bellissimi occhi questo colore amaro di emozione.
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