Scritta da: milanoteca

Non serve

È inutile che ti ripresenti in corpi diversi, e che mi conquisti con l'incanto infinito del tuo sguardo. Non serve farmi innamorare della tua voce, dei tuoi sensi, del tuo corpo, della tua giovinezza, sapendo di vedermi crollare, ogni volta al tuo cospetto, come di fronte a un Angelo. Vederti trasformare in fuoco, riducendomi a terra, sconfitto ed esanime, mentre incontro i tuoi occhi, quelli che mi hanno fatto innamorare e che ora mi colpiscono al cuore, lacerandomi corpo e spirito. Non riuscirai a farmi odiare la bellezza, né a simulare amore per instillarmi il male. Non potrai più sottomettermi al tuo apparire, né la tua trappola d'odio m'inghiottirà. La mia sofferenza non potrà più nutrirti. Leva pure le tue vesti di luce, conosco i tuoi aneliti di tenebre. Non hai più scopo, caduto è il tuo disegno... e io ho trovato il sogno, scoperto la purezza, essenza dell'Amore, più in là della bellezza.
Composta sabato 4 gennaio 2020
dal libro "Dagli appendini alle ante. Viaggio tra i costumi del cabaret milanese" di Walter Di Gemma
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