Basta. Un urlo che squarcia il silenzio

Poesie dal Libro:Basta. Un urlo che squarcia il silenzio

Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.
Anno:
2010
Autore:
Silvana Stremiz
Editore:
PensieriParole

Scritta da: Silvana Stremiz

Mi Manchi

Mi manchi,
mi manca,
la tua voce.

Mi manca,
quella parte di te,
che sognava,
anche quando,
eri senza sogni.

Quel tuo stare bene,
anche quando stavi male.
Mi manca quel sorriso,
che nascondeva le lacrime.

Quelle lacrime nascoste,
dietro quegli occhi chiusi.
Quegli occhi blu,
trasparenti limpidi infiniti
come il cielo.

Mi manchi...
M manchi tu papà

(Silvana)

...
e mi manchi in quel mondo che ho immaginato con te

che mi accoglie con le tue mani
e che si ferma alla tua voce.
...
hai lasciato ciottoli e fiori sulla mia strada

per insegnarmi a rialzarmi quando si cade
e farmi sorridere per darmi coraggio
...
mi manca il tuo essere padre
che nutre la forza di essere degno figlio.

Tuo figlio

(Francesco Andrea)
dal libro "Basta. Un urlo che squarcia il silenzio" di Silvana Stremiz
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz

    Urlo Basta!

    La notte la sento sottopelle,
    il freddo è quello
    dell'era glaciale,
    i lividi percorrono la mia anima

    Il candore l'ho perso
    fra le tue mani.
    Tutto è stato un attimo
    eppure è durato l'eternità.

    Tutto fa terribilmente male
    il respiro mi manca
    griderei aiuto,
    ma impotente
    ti guardo, implorando
    senza parole.

    Disillusa mi dissolvo
    in un buio senza tempo.
    Urlo basta
    ma continui,
    la mia anima si schianta.

    Il domani non c'è
    sogni s'infrangono,
    li stai portando via
    mentre ti muovi
    dentro me.
    Composta domenica 14 giugno 2009
    dal libro "Basta. Un urlo che squarcia il silenzio" di Silvana Stremiz
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz

      Era una bambina

      Era una bambina
      che sognava il principe azzurro
      le favole erano ancora una realtà
      e quel primo bacio sarebbe stato magico.

      Poi arrivasti tu in una notte d'estate
      rubando la magia a quel bacio
      e con violenza le hai strappato
      la cosa più bella: "l'innocenza".

      Quei occhi imploravano no
      quelle lacrime erano di dolore
      e quel "no" era terrore.

      I tuoi sensi hanno goduto
      su quel corpo ancora acerbo
      spezzando le ali ai suoi sogni
      e rubando i colori alle sue favole.

      Hai spezzato le gambe al cavallo bianco
      e tagliato la testa al principe azzurro.

      Biancaneve è rimasta avvelenata
      Cenerentola è rimasta serva
      il principe si è trasformato nel uomo nero.

      Hai rubato il sole ai suoi giorni
      spegnando il calore dell'estate
      portando l'era glaciale
      fino alla sua anima.
      dal libro "Basta. Un urlo che squarcia il silenzio" di Silvana Stremiz
      Vota la poesia: Commenta