Scritta da: D. Barbanera
in Poesie (Poesie d'amore)
È questo pane che porgo
nelle mani di azzurro.
È questo pane di pace
sulla soglia del tempo.
È questo pane che porgo
a te mio fiore di infinito.
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È questo pane che porgo
nelle mani di azzurro.
È questo pane di pace
sulla soglia del tempo.
È questo pane che porgo
a te mio fiore di infinito.
Ad occhi chiusi ancora riconosco
l'odore tuo bambino
mentre con voce profonda
oggi saluti.
Nel viso tuo assorto di uomo
ho scorto il bambino che eri
impertinente a volte, solare sempre.
Ci affidammo l'un l'altro
memori di una promessa antica,
incamminandoci insieme
silenziosamente.
La mia presuntuosa maternità
annegata nei tuoi occhi
ha ripercorso nel momento di uno sguardo
la storia di tutte le storie.
Ah queste tue braccia
sono intrecci di fiori
ti coltivo di brama
accanto alle stagioni
(non ricordo in che giorno
ho cambiato la pelle)
Questo tuo viso
che mi sposta lo sguardo
sei tu il percorso
per catturare istinti
E questo tuo passo
mi lascia più solchi
c'è un eco nella stanza
nessun silenzio spegne
Ah il tuo bacio
stiletto per il cuore
non ho trovato unguenti
per risanare trame
E questo tuo sangue
che ispirato fluisce
fa delle mie vene
unico porto e viaggio
ti vengo dietro - è forza e spinge-
tu non fermarmi,
fa solo bene correre.
Verde smeraldo,
spumoso, selvaggio
girandole, bandiere svolazzanti...
Così ti amo mare:
nel blu dell'orizzonte,
palme che danzano leggere,
macchie accese di oleandri e rampicanti.
L'estate che mi entra dentro
con sale e frinire di cicale,
il vento che porta via
staticità ed inganni...
In una perfetta solitudine
che mi vorrebbe eterna...
Note distorte di violino scordato
cullano pensieri bagnati di te,
tu che sei miele rapito da api su candide rose bianche,
fiorite innocenti in giardini bagnati di rugiada.
Primavera in un corpo di donna,
labbra salate che assaporo e bagno
con l'amore di un cuore rinato,
ormai incatenato ai battiti del tuo.
Attimi regalati al tempo,
intrecciati tra loro da mani amorevoli che
proteggono e custodiscono ogni
nostro singolo istante, mani che
scivolano sulla pelle a calmare
l'anima che grida, mani chiuse a pugno
a battagliare contro il futuro.
Abbiamo fuso insieme le nostre anime
come candele che sciogliendosi
mescolano la loro cera in unico corpo
bruciato dall'amore, abbiamo
incatenato i nostri cuori e gelosamente
segregati dove nessuno potesse
arrivare a contagiarli dall'odio,
ad avvelenarli con sguardi maligni.
Ed ora, regina e guerriero,
moglie e marito, componiamo
insieme dolci melodie, rare sinfonie
che cullano passi insicuri che
presto nasceranno per specchiarsi
in noi, per parlare di noi,
per dare un futuro al nostro amore,
quando gli ultimi petali cadranno e
il ritmo del cuore cesserà di danzare.
Ti traghetto distante dalla
marea rumorosa,
approdo tra le dune
in un oasi di pace,
all'ombra di palmeti verdi
stendo il sudario su fiori
profumati e caste margherite,
raccolgo inattese emozioni
nell'eden dell'immaginario.
Il Ghibli accarezza il viso rovente
e il corpo impregnato di tigli, lì,
l'ermafrodita odore si mescola
tra i capelli intrisi di salsedine.
Le mani dolcemente adagiate sul volto,
scivolano sui seni imperlati di calda rugiada
approdano sul ventre di seta, ansimante
muore l'intenso piacere,
ruotano luci di pulsazioni d'un
fremito senza fine
lì, dove la gioia incontra l'amore
lì, dove l'estasi s'aggroviglia
nell'infinito piacere... solo noi.
Intanto che ti aspetto,
amore,
l'autunno mi dona le sue foglie
spostate dal vento e la notte il cielo stellato
Intanto che ti aspetto,
amore,
la luce dei lampioni scherza con la nebbia
dell'alba
Forse non verrai, ma intanto che ti aspetto
il mare lambisce i miei piedi nudi
e la pioggia non rattrista la mia anima
aspettarti è ciò che posso fare,
amore,
averti il culmine
intanto che ti aspetto respiro il mare
accarezzata dal vento
in compagnia di me.
Sei come una bambina,
di cinquant'anni e più,
già all'aria alla mattina
anche se il cielo è blu.
Hai nuvole nel cuore,
grandissime ed oscure,
venate di dolore,
velate da paure.
Vorrei rassicurarti,
scortarti nella vita
e fare in mille parti
ogni nube sgradita;
condurti nel cobalto
delle giornate terse,
dove il cielo è più alto,
le nubi già disperse
ma avrò ali capaci
d'andar tanto lontano?
Meglio dire: "mi piaci"
e prenderti per mano.
E come allora mi specchio nei tuoi occhi.
E come allora vedo gioia traboccante,
cauta l'emozione nel gesto,
e il respiro, incerto,
che lascia spazio al sublime incanto.
È senza tempo l'attimo del ricordo
come lampo di luce su schegge impazzite.
Specchi d'acqua sul lago delle mie memorie
animano la fantasia ed oscillano tra il buio e l'ignoto.
Tra lenzuola di seta, l'amore anela all'eterno perire.
Ma se il fulmine inneggia alla tempesta,
l'arcobaleno placa ogni dolore.