Scritta da: Matteo Zacchini

Olimpiadi

Quel pomeriggio ero più agitato del solito,
Stavo aspettando l'arrivo di mio nonno
Per andare con lui a giocare a pallone.
Mio nonno è sempre venuto
A portarmi fuori,
Eppure ero in ansia.
Il nonno arrivò e insieme,
Con il pallone sotto il braccio,
Andammo al parco della "montagnola".
Quel pomeriggio un vociare di ragazzi,
Che girando si rincorrevano qua e là,
Cos'è mai questo!
Un amico di giochi mi disse: Olimpiadi!
Era stata organizzata,
Una serie di corse con tanto di medaglie
Come si fa alle olimpiadi, quelle vere.
Ad una gara partecipai,
Pieno di emozione ed entusiasmo.
Pronti... Via!
Io stetti sempre con i primi,
Avendo sempre gli occhi
Verso mio nonno.
L'affanno aumentava
Il cuore mi batteva forte in gola,
Spingendo e stringendo i denti,
Distaccai i concorrenti e vinsi!
Che bello dopo tanta fatica!
Con al collo la medaglia del primo arrivato
(era di cartone)
Corsi ad abbracciare mio nonno,
Che bello.
Quella medaglia appesa al muro
Al fianco del mio letto,
È stata lì per tanto tempo.
Matteo Zacchini
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    Scritta da: Matteo Zacchini

    Mio padre

    Un uomo che dalle proprie debolezze
    ha creato nuove virtù.
    Un uomo che dalla semplicità
    ha imparato a sognare.
    Un uomo che dal niente
    si è costruito un mondo
    tutto da interpretare.
    Un uomo che vive d'amore
    ma che lo nasconde con estrema dolcezza.
    Un uomo che non ha mai provato invidia,
    perché, se ti vuole bene,
    il suo è un sentimento puro.
    Questo è mio padre,
    una persona estremamente fragile
    quanto forte,
    un individuo brillante
    con l'animo d'artista!
    Matteo Zacchini
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      Scritta da: Matteo Zacchini

      A mio nonno...

      Non sopporto l'arroganza
      di chi si nutre del denaro.
      Rinnego l'essere umile
      nel diventare
      un modello accettabile
      per la società.
      Ho bisogno di sognare
      e credere nell'utopia,
      semplicemente per non
      vedere ciò che non riesco
      a percepire.
      Diventi attore per recitare
      una commedia
      e ti ritrovi regista
      della tua stessa vita.
      Difficile immaginare
      l'orizzonte
      senza conoscere
      con quali scarpe
      ti incammini.
      Con il pennello
      dipingo di nero lo sfondo
      e di rosso regalo
      uno sguardo
      alla mia rabbia.
      In poco tempo la vita
      ti passa davanti
      e invece di una ferrari
      ti trovi a guidare
      un'utilitaria.
      Vogliamo pace
      e allegria
      ma intorno a noi
      aleggia solo illusione,
      la nostra generazione
      è precaria e priva
      di una identità reale.
      Matteo Zacchini
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        Scritta da: Matteo Zacchini

        Montagne russe...

        Non posso dimenticare il tuo sapore
        che si confonde nell'aria in questo
        gelido inverno.
        Passare con te la notte è un regalo
        che dà alla vita il profumo dell'eternità.
        Sembra quasi che il tempo si sia fermato,
        basta guardare i tuoi occhi per capire
        che i colori si confondono tra il
        bianco e il nero.
        Ho visto il tuo disegno e rispecchiava
        il mio essere nell'essenza più vera
        e naturale che l'essere umano ha
        da offrire, il suo sguardo.
        Non sò come andrà a finire
        o forse non finirà mai,
        ma sò che voglio viverti
        per ricordare almeno
        il fondo del bicchiere.
        Innamorarsi di te è come trovarsi
        sulle montagne russe
        e non voler più scendere dal
        brivido che si è provato e si
        spera di riprovare al giro successivo.
        Matteo Zacchini
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          Scritta da: Matteo Zacchini

          Rosaspina

          Ti ho visto piccina,
          ti ho visto preoccupata,
          in un miraggio è arrivata primavera...
          Solo ieri, una pioggia sottile
          ti carezzava i capelli.
          Eri bagnata ma fugace, al mio sguardo.
          Pensavi a una rosa,
          Rosaspina fa di nome.
          In un tramonto senza rabbia,
          aspettando, l'alba è sempre più lontana.
          Giaceva con il corpo straziato,
          pieno di spine,
          pieno di rabbia,
          pieno di lacrime mai versate.
          Un passante l'ha vista per caso,
          è sparita per sempre, nell'oblio dell'indifferenza.
          Non pensare che l'amore è per sempre.
          Rosaspina,
          nemmeno Dio è eterno,
          come nemmeno la cattiveria, o il perdono.
          C'è un solo cuore e una vita, mia cara.
          Non mi abbandonare al freddo,
          domani sarà luce.
          Fatti accarezzare un'ultima volta...
          Matteo Zacchini
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