Messaggi dal nulla, lamenti nel cielo, abbracci veloci dolenti di vita, alti sopra la terra s'inseguono rapidi fulmini nella notte: cattedrali di luce sospese nel buio.
La tua voce che chiama il mio nome. Il tuo volto nel buio. Una lunga corsa verso di te. Le mie mani fra i tuoi capelli. Un bacio. Il tuo cuore sul mio.
Una carezza lieve mi ha sfiorato il viso: e i tuoi occhi socchiusi si son persi nel vuoto, a cercare nel cielo un angelo triste cui donare un sorriso...
Ed io scolpivo nel vento le lacrime del passato, e lanciavo lontano dal mio futuro il tormento dell'oggi, e correvo in riva al mare premendo sulla sabbia fresca l'impronta morbida della speranza...
Poi, una musica nella notte, una falce di luna sull'orizzonte, un fiocco di neve: polvere eterna di vita posata piano sopra i tuoi sogni.
Tristezza, è finito il tempo dei cieli azzurri. I giorni della speranza si sono disciolti lentamente in una pioggia grigia di malinconia. Ed anche l'ultimo sole tra poco volerà via, come una rondine al primo freddo d'autunno.
Luce riflessa. Specchi infiniti che creano luce. Eco perpetua di parole mai pronunciate. Ricordo tormentoso di un fuoco acceso, di un grido. Sensazione di risveglio. Immenso fremito divino. Involucro scalfito in un punto. Soluzioni scontate. Orgoglio. Certezza di fuga. Vertiginosa corsa lenta. Velo, tenda, pietra. Disperazione. Tristezza. Insoddisfazione. Universi vuoti. "Dorme di nuovo".
Un telefono squilla nella notte; e suona piano, tra le soffici coltri di una donna che aspetta; ed una mano ansiosa lo solleva dai profumati panni, perché lo squillo è atteso: è lui, il futuro sposo, come tutte le notti, ormai son anni.
Son anni, ormai, da che è crollato il mondo dei nostri sogni, da quel mattino, quando l'alba spuntò senza un mio bacio, senza l'amore vero, senza il frugar veloce dei miei occhi nei tuoi, dei tuoi nei miei...
La tua voce sussurra dolce una carezza breve che un giorno fu per me, ed oggi è per l'immagine, per l'ombra cui donasti il mio mondo: "pronto... pronto..." Ti risponde il silenzio. "pronto... pronto..."
Non è il tuo uomo, felicità perduta, non lo sposo promesso: è il singhiozzo del bimbo innamorato che per la vita ti ha sposato il cuore; è il sogno che ritorna dal passato; è lo sposo di sempre: è il primo Amore.
Sospira profondo il vento notturno che viene dal mare. Allarga le braccia, e accoglilo. Rimani in silenzio, e ascoltalo. Porterà nubi, tempeste e pianto; ma anche dolcissimi canti d'amore.