Tralci d'uva riflettenti gocce di sole dorato, spicchi di spiaggia che ingoiano onde salmastre; visione eterea di giorni trascorsi e mai persi, cullati e risucchiati da profondi pensieri.
Specchi, opachi, nascondono recondite passioni e riflettono, pur tuttavia, insensati tormenti... antiche vestigia ricoprono barocche sensazioni; tappezzano contrastate e discordanti note di ieri.
Si fa tenue il ricordo di turbe adolescenziali, di sguardi fuggenti e di ombre invadenti. Si fa dolce, ora, un'antica cicatrice dell'anima. E ripercorre una strada lastricata d'immenso.
Le onde del tempo rosicchiano la riva le nubi del cielo accorciano il giorno i giorni impietosi galleggiano sul lago gli impulsi sbiaditi avviluppano le membra.
Il mistero del domani sfida le coacerve certezze il dubbio si insinua negli ordinati interstizi l'ansia dell'incompiuto prevale sul finito l'angoscia dell'infinito sussurra aliti di Dio.
Età di mezzo che si stacca dal passato fatica sui tornanti faticosi del presente voglioso ancora di un traguardo vincente all'idea del ritiro esplode un sussulto di vita.
Segui una luce che illumina la tua strada forse è un po' flebile e tremolante ma per te sia una fiaccola olimpica è la mano di tuo padre che ti stringe caldamente.
Le parole che affido al vento stamattina ti accompagnino come un amuleto africano forte, tenero, terso e diamantino ti sia il mio canto interiore e inespresso.
La vita t'insegni a sopportare il peso delle tue paure le sensazioni intense rivestano i tuoi sogni le carezze non date colmino i tuoi giorni dai silenzi tra noi scaturiscano rumori profondi.
Dolce ti sia uno sguardo mai incontrato fecondo il calore di un abbraccio abbozzato prendi del mio cuore gli angoli più duri e smussali con la certezza di un amore profondo.