Poesie di Giacomo Moglia

Autodidatta, nato domenica 9 novembre 1958 a Brescia
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Giacomo Moglia

Eden

Silenzio d'intorno
un raro momento che nutre armonioso
il pensiero tranquillo
ed è pace
dove porgo la mano
sopra erba tagliata
si riposa la nebbia
che umida e rada respira
nasconde la vita
trattengo il respiro
per non farla sparire
mi avvolgo supino
nel manto bagnato
intono la voce e grido
grido alla gioia
sono solo
e riposo
nel grande giardino
mi sento felice
abbandono la vista nel sogno
quando il tempo
mi sveglia
e il silenzio
va via
la mia mano si stringe
e nel pugno rimane
quel raro momento
dove sempre indelebile
nel giardino
vivrà.
Giacomo Moglia
Composta mercoledì 19 agosto 2015
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    Scritta da: Giacomo Moglia

    Apparizione

    Quando il cielo si tinge improvviso
    rimane nell'aria una polvere strana
    si posa invisibile tra nomi e cognomi
    emergono visi e mani piegate dal vento
    di strada in strada crea polvere blu
    trapassa il vestiario
    mentre si sposta solletica il petto
    brucia nell'occhio
    che rosso diventa
    quando una luce illumina il cielo
    ed è subito nero
    tempesta in arrivo emana paura
    tra nomi e cognomi
    si sente il respiro affannoso
    si cerca riparo
    si chiede perdono
    ma l'ombra del male li avvolge
    in quel manto di polvere blu
    chiedono aiuto
    appare
    una vergine Madre
    che nel grande marasma
    tende loro la mano
    poi scompare
    in quel cielo
    lasciando il suo velo
    cadere
    tutto torna sublime
    infinito
    nomi e cognomi
    restano solo memoria
    per l'aldilà.
    Giacomo Moglia
    Composta mercoledì 23 settembre 2015
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      Scritta da: Giacomo Moglia

      Verdi e azzurri

      I tuoi occhi che posso solo immaginare
      perché così sono i miei e di tua madre
      figlio mio progetto e vita
      di chi non tocca il seno
      non camminerai con noi mano nella mano
      semplice e assurdo
      il tuo destino di chi non è mai nato
      scolpisco il corpo tuo e mi ci vedo
      riccioli i tuoi capelli
      che morbidi abbracciano il viso di tua madre
      il corpo gracile e sinuoso si manifesta
      grazioso il viso che assomiglia a lei
      forte miscela di arroganza
      mista di inquietudine
      del tuo e mio carattere
      emerge e sensibile si manifesta...
      io ti vedo
      ti sentiamo vicino e ti abbiamo pensato
      come saresti stato
      meravigliosamente amato
      sicuramente raro ed incredibilmente vero
      non era in progetto
      la tua venuta perché maturi i giorni nostri
      la scelta che ora desiderata non si è realizzata
      dimmi caro figlio mio
      vorresti tu pensare a noi
      che soli navighiamo verso
      la vecchia strada dell'età
      come se sempre accanto hai teso la tua mano
      sapendo di questo giorno non lontano
      credimi ora sarai per sempre il figlio la figlia
      immaginata.
      Giacomo Moglia
      Composta lunedì 1 giugno 2015
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        Scritta da: Giacomo Moglia

        Incantesimo

        Ti ho conosciuta lì
        essenza di bontà
        a me conosciuta
        ma non del tutto respirata
        mi hai colto lì
        dove il dolore si esprime
        e credimi
        è un incantesimo
        capito ora
        dove mi porterai
        lì dove ogni uomo vorrebbe
        quanto impalpabile e rara
        la tua bontà
        gli occhi si bagnano
        e il tremolio della parola
        esprime gratitudine
        come è possibile non aver
        veduto l'immenso
        che irradi ora
        mai più  mi girerò
        dove il tuo viso
        non potrò vedere
        essenza di bontà
        non capita
        ora il mondo saprà
        da me
        che nel dolore
        si manifesta
        anche l'amore.
        Giacomo Moglia
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          Scritta da: Giacomo Moglia

          Il custode

          Ti sento vicino
          nell'invisibilità
          un soffio si manifesta.
          Ali
          le riconosco
          non credere di fare il furbo
          quel soffio che mi accompagna
          sempre è invocato
          nel bisogno
          perciò ti manifesti
          nel volere incondizionato
          proteggi la mia anima
          che seppur schiava
          di pregiudizio e intolleranza
          tu assolvi
          e proteggi
          mi guidi
          nella mia sorda vulnerabilità
          dipingo a gesti
          il mio futuro incerto
          consapevole
          di ritrovarmi un giorno
          a tu per tu
          tra le tue ali
          e le mie
          per custodire anch'io
          nell'ombra del mio soffio
          umana vita
          che se di sventura vive
          io proteggerò.
          Giacomo Moglia
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            Scritta da: Giacomo Moglia

            Nel mondo

            Incombe il pericolo
            quando si ferma il battito ed il pulsar
            della ragione
            si manifesta
            odio e povertà.
            Troneggia tra le mura
            nessun grido verrà ascoltato
            uguale il fuori
            visibile
            ma non per questo
            meno rabbioso
            tutti sordi i passanti
            regna l'indifferenza
            che spietata li accoglie
            umani inermi si sbracciano
            e ridono nell'oblio
            della paura
            sanno che vita è breve
            e non si chiedono
            dove poter guarire il cuore
            per rendere migliore
            al prossimo
            un attimo d'amore.
            Giacomo Moglia
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              Scritta da: Giacomo Moglia

              Il sogno

              Quando inaspettatamente batte il cuore
              si è vicini a qualcosa che
              se irrompe sgretola
              quella certezza che prima
              solida e inattaccabile
              barcolla e trema
              intimorita si ritrae
              in quella scatola sicura
              di chi si ama
              e si amerà per sempre
              e il cuore
              anche se per un attimo
              di smarrimento
              subisce quel cambiamento
              è grato a quel momento
              che ringiovanisce
              quasi nell'innamoramento
              d'esser giovane
              e che illumina la vita
              il batticuore non ha volto
              è solo
              un sogno inaspettato
              ma dopo lo sgomento
              va e torna a quell'amore certo
              sempre aspettato
              e non mai dimenticato.
              Giacomo Moglia
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                Scritta da: Giacomo Moglia

                Il mappamondo

                In piccola scala
                la terra
                pronuncia invisibilmente
                tutte le lingue
                i mari in docile visione
                incantano nel loro azzurro
                verdi di tanto in tanto le pianure
                sorgono cime
                spesso maestose
                danno colore di terra
                alla terra
                se gira mescola il tutto
                in vari colori
                che indefiniti
                creano l'arcobaleno
                nel misterioso girare
                si sentono le voci
                di chi ci abita
                voci sorde che stridono
                allegre risate
                e battito di mani
                con attenzione si possono sentire
                profumi e odori
                provenienti da ogni dove
                si scorge pure
                nel breve giro
                appena il dito blocca
                quel globo immaginario
                un uomo
                naufrago solitario
                che sbraccia
                grida, si contorce
                e dice fammi girare ancora
                nell'arcobaleno
                della vita.
                Giacomo Moglia
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                  Scritta da: Giacomo Moglia

                  Il filosofo

                  Ho visto uomini e donne incredibili
                  che mendicavano attenzione
                  e credetemi l'avevano
                  perché di fronte a loro
                  giacevano inermi
                  uomini e donne soli
                  che per il desiderio di sentir parlare
                  prevaleva a tal ragione
                  anche l'ascolto vuoto
                  di deboli parole sorde
                  e piene di ovvietà
                  quasi credibili e indifferenti
                  al nuocere
                  della ragione sola
                  e poco ascoltata
                  perché impegno e sapienza
                  non sono amor di tutti
                  difficile ascoltar con attenzione
                  il filosofo
                  che spera ancora
                  di carpire uomini e donne
                  senza costringer loro
                  a mendicare attenzione.
                  Giacomo Moglia
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