I miei pensieri sono qualcosa che la mia anima teme. Fremo per la mia allegria. A volte mi sento invadere da una vaga, fredda, triste, implacabile quasi-concupiscente spiritualità.
Mi fa tutt'uno con l'erba. La mia vita sottrae colore a tutti i fiori. La brezza che sembra restia a passare scrolla dalle mie ore rossi petali e il mio cuore arde senza pioggia.
Poi Dio diventa un mio vizio e i divini sentimenti un abbraccio che annega i miei sensi nel suo vino e non lascia contorni nei miei modi di vedere Dio fiorire, crescere e splendere.
I miei pensieri e sentimenti si confondono e formano una vaga e tiepida anima-unità. Come il mare che prevede una tempesta, un pigro dolore e un'inquietudine fanno di me il mormorio di un incalzante stormo.
I miei inariditi pensieri si mescolano e occupano le loro interpresenze, e usurpano gli uni il posto degli altri. Non distinguo nulla in me tranne l'impossibile amalgama delle molte cose che sono.
Sono un bevitore dei miei pensieri l'essenza dei miei sentimenti inonda la mia anima... La mia volontà vi si impregna. Poi la vita ferma un sogno e fa sfiorire la bellezza nel dolore dei miei versi.
Stanca essere, sentire duole, pensare distrugge. A noi estranea, in noi e fuori, precipita l'ora, e tutto in lei precipita. Inutilmente l'anima lo piange.
A che serve? Che cos'è che deve servire? Pallido abbozzo lieve del sole d'inverno che sorride sul mio letto... Vago sussurro breve.
Delle piccole voci con cui il mattino si sveglia, della futile promessa del giorno, morta sul nascere, nella speranza lontana e assurda in cui l'anima confida.
Fra la calma e l'albereto, fra la radura e la solitudine, il mio vaneggiamento passa timoroso conducendomi l'anima per mano. È tardi già, e ancora è presto.
Nella strada piena di sole vago ci sono case immobili e gente che cammina. Una tristezza piena di terrore mi gela. Presento un avvenimento dall'altra parte delle frontiere e dei movimenti.
No, no, questo no! Tutto, salvo sapere cos'è il Mistero! Superficie dell'Universo, oh Palpebre Calate, non vi sollevate mai! Deve essere insopportabile lo sguardo della Verità Finale!
Lasciatemi vivere senza sapere niente, e morire senza venire a sapere niente! La ragione che ci sia essere, che ci siano esseri, che ci sia tutto, deve portare a una follia più grande degli spazi fra le anime e le stelle.
No, non la verità! Lasciatemi queste case, questa gente, proprio così, senza nient'altro, solo queste case e questa gente... Quale alito orribile e freddo mi tocca gli occhi chiusi? Non li voglio aprire per il vivere! Oh Verità, scordati di me!
Eu amo tudo o que foi, Tudo o que jà não è, A dor que jà me não dòi, A antiga e errònea fè, O ontem que dor deixou, O que deixou alegria Sò porque foi, e voou E hoje è jà outro dia.
È così difficile descrivere ciò che si sente quando si sente che si esiste veramente, e che l'anima è un'entità reale, che non so quali sono le parole umane con cui si possa definirlo.
Nulla mi lega a nulla. Voglio cinquanta cose allo stesso tempo. Bramo con un'angoscia di fame di carne quel che non so cosa sia - definitamente l'indefinito... Dormo irrequieto e vivo in un irrequieto sognare di chi dorme irrequieto, mezzo sognando. Mi hanno chiuso tutte le porte astratte e necessarie, Hanno abbassato le tende dal di dentro di ogni ipotesi che avrei potuto vedere dalla via. Non c'è nel vicolo trovato il numero di porta che mi hanno dato. Mi sono svegliato alla stessa vita a cui mi ero addormentato. Perfino i miei eserciti sognati sono stati sconfitti. Perfino i miei sogni si sono sentiti falsi nell'essere sognati. Perfino la vita solo desiderata mi stanca; perfino questa vita... Comprendo a intervalli sconnessi; scrivo a intervalli di stanchezza; e perfino un tedio del tedio mi getta sulla spiaggia. Non so quale destino o futuro compete alla mia angoscia disalberata; non so quali isole del Sud impossibile mi aspettano naufrago; o quali palmeti di letteratura mi daranno almeno un verso. No, non so né questo né altro né niente... E in fondo al mio spirito, dove sogno quel che sognai, nelle estreme pianure dell'anima, ove ricordo senza motivo (il passato è una nebbia naturale di lacrime false), nelle strade, nei sentieri di remote foreste ove ho supposto il mio essere, fuggono in rotta, ultimi resti dell'illusione finale, i miei sognati eserciti, sconfitti senza essere esistiti, le mie coorti ancora da esistere, sgominate in Dio.