Le migliori poesie di Davide Bidin

Studente, nato lunedì 23 luglio 1990 a Milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Davide Bidin

In Pace

Ho ascoltato Raramente Tre parole
Poche volte sincere ma
Quando non c'è casualità
Follia vi è nell'udir
Mille bugie non brillano come una verità

Ti voglio bene
Queste semplici parole
Son bianca polvere novembrina
Rosso chiaror da scogliera
Soave schiuma marina

Ti voglio bene
Cosa si cela dietro versi umani
Cosa son le parole se non vissuti
Ma allora perché sentirle libere
Mi riempie il vuoto dentro

Ti voglio bene
Di Gerico disfatte
La mia anima derisa
Difese inaccessibili la cingevano
Per non ferir il dilaniato

Ma adesso non ne sento il bisogno
In questo solo istante
Le rocce divengon scaglie diamantinee
La nebbia apre l'ali alla luce del mattino
l'abbraccio primo del bambino

Miracolo il sapere di essere così vicino
Da poter toccar con mano
Da saper che in fondo
Nella solitudine dilagante di vita e morte
Qualcuno tiene a te

Del resto le parole son solo suoni
Gettate nell'etere da noi sciocchi avventurieri
Eppur risplendono assolute
l'emozione dal tempo non corrotta
Si rivela illesa... imperitura... perfetta.

Ti voglio bene sentii dirmi un mattino
Aprii gli occhi al primo vero sole
e da allora ogni aurora
Rimango immobile un istante
Fisso verso il cielo turchese

Ti voglio bene
Il mio intelletto è in pace
La parte che sente il viver di male
Tace
In quel solo attimo per cui val la pena vivere.
Davide Bidin
Composta martedì 13 ottobre 2009
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    Scritta da: Davide Bidin

    Boudoir

    Le nostre carni si ammassano
    i nostri odori si mischiano
    e il suono dell'incresparsi delle nostre labbra
    un sol sapore fan captare
    amore

    è questo lo scrosciare per cui
    le bocche degli stolti ragazzetti van riempiendo?
    È forse questo il concetto per il quale
    in migliaia hanno smesso di respirare?
    Amore

    Se è così ordino al padron Destino di bloccare l'attimo
    questo solo presente in cui vive l'essere umano
    e di renderlo eterno nella sua perfezione
    così che nessuno possa mai più esser infelice
    amore.
    Davide Bidin
    Composta domenica 5 aprile 2009
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      Scritta da: Davide Bidin

      Verrà un giorno

      Verrà un giorno
      Grondante di pioggia battente
      Divampante di fatuo calor
      Tremante il grembo materno
      Il crepuscolo arriverà

      Verrà un giorno
      Quando l'altrove ci chiamerà
      e tutti andrem per mano
      Senza paura nel cuore
      Senza speranza negli occhi

      Verrà un giorno
      Non luttuoso
      Ma mirabile estatico
      Sarà il mattino che conosciamo
      Quando la sfera oserà fermarsi

      Il destino è promessa
      Come l'uomo che fin dal primo
      Infantil passo sbadato
      Sa del suo mortal fato
      Così Mnemosine morrà quel dì

      e allora vedremo in noi
      Non nubi oscure
      Non ombre immateriali
      Ma il calore e chiarore
      Degli attimi che han reso vivi

      Verrà quel giorno
      e nei nostri occhi si scorgerà
      Tutta l'essenza che al padrone abbiam rubato
      Grideremo il nostro istante gioioso
      Con la follia del silenzio

      Verrà il giorno
      Le cui tremuli menti
      Che un dì vollero perdere
      Lo scorrere della sabbia
      Taceranno

      Tempo piangerem quell'attimo
      Nel ricordo
      Il ricordo
      Di aver provato a ingannare
      Senza saper che lui solo... ci ha ingannato.
      Davide Bidin
      Composta venerdì 9 ottobre 2009
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        Scritta da: Davide Bidin

        La ballata del Caduto

        Sparo
        gli occhi mirano il petto scalfito
        gettate le membra sulla terra
        non un nemico d'innanzi
        non vi è mai

        sguardo di uomo
        riflessione finale
        vuoto è l'odio, la tristezza
        inutile l'amore, la felicità
        la domanda è, cosa si era?

        Ancora un barlume sulla camicia
        rubino, vino, cherry e mosto
        grondante rimasuglio di ciò
        che siamo, che eravamo
        ma vivo, ho vissuto per via dell'olio carminio?

        Qual è il significato di ciò che ero
        e ch'è il significante di ciò che ho fatto
        mezzo era il mio corpo
        senza testa sarebbe morto
        sarò idra pel mio retaggio?

        Il braccio distende nell'ultima scintilla
        la tasca lontana a parer miglia
        viene toccata al fine
        ne esce un'icona
        che riveli il motivo della danza?

        Forse speranza per i nascituri
        ma se il nato un attimo fa ero io
        Forse epitaffio reverenziale
        ma se le idee spirano nell'oblio
        Eravamo, Siamo, Diventiamo sterco secco?

        La foto davanti al volto già mesto
        le iridi si mostrano all'astro con l'ultimo sprazzo
        atto a scoprir che l'immago
        è bianca perché capovolta
        è buio cala si alza il sipario.
        Davide Bidin
        Composta martedì 6 ottobre 2009
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          Scritta da: Davide Bidin

          Delirio di uno schizofrenico

          In tutta la vita ho imparato
          cosa è importante in una persona
          il primo è l'ultimo verso
          niente più vi è in un ricordo
          nient'altro che un delirio

          tutto ciò ch'è al centro
          tra queste due contraddizioni
          incostanti e incontrastate
          non è nulla

          è vomito a tinte vivaci
          è melma al sapor di limone
          è il tempo inutilizzato
          di una vita sprecata

          un vizio
          che finisce quando arriva
          la dolce assuefazione
          al paradosso iniquo

          il vizio
          eppur v'è dolcezza
          nella corruzione.
          Com'è dolce il mal di vivere

          atterriti ancora restiamo
          guardando l'aspro crepuscolo
          di un eterno ritorno
          di un acre crepitante credo

          inutile è ciò che leggete
          perché nulla vi insegnerà
          su niente posso indottrinarvi
          se non su domande e incubi

          il destino di un uomo è quello
          saper di non sapere
          viver senza volerlo
          eppure, avendone bisogno

          l'ambiguità di una certezza
          la solitudine del proprio essere
          che affoga tra i dubbi
          solo e sempre dubbi
          Che non v'è niente da capire.
          Davide Bidin
          Composta martedì 10 novembre 2009
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            Scritta da: Davide Bidin

            Miracolo Estatico

            Cangianti lembi azzurri
            Ammiro nel bagliore
            Di mille candele
            Anche tra la nebbia più greve
            Nulla non mi farebbe vedere

            Il tuo sguardo

            Ciò che rende... te
            Le parole non posson definire
            Ciò che un'emozione... sola
            Può far capire
            Il mare in cui mi trovo è tuo

            Il tuo azzurro

            Qualcosa di eterno
            Nella sua fragile essenza
            Il piacere ch'è semplice
            Provo in quest'attimo di estasi
            Contemplo l'infinito

            Le tue stelle

            Rispecchiano il mio tetro volto
            Ch'è immobile impietrito
            è rivolto solo a te
            Con la titubante accettazione
            Dell'omonimo innamorato

            Quando mi getto
            Negli occhi tuoi
            Anche il Destino m'invidia
            Non può veder
            La magia che da te

            Si fa sorgente pel mio dolente cuore

            i tuoi miracoli d'amore.
            Davide Bidin
            Composta venerdì 18 dicembre 2009
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              Scritta da: Davide Bidin

              Torino in una notte di Dicembre

              Annaspo nel freddo pungente
              Nell'ultima mezz'ora vissuta
              Nella veglia saccente
              Tra aliti di ghiaccio
              Inciampo per ispide tenebre

              Torino in dicembre
              Nella neve lievitata di una notte
              La luna piangente contemplo
              Lo spettacolo celestiale
              Di immacolate stelle corvine

              Cammino e noto
              Come tutto il mondo
              Nella notte frigida di un inverno
              Si dissipa all'istante
              Il mio cuore s'innalza

              l'ultima persona della città
              Ultimo uomo che affronta
              Il tacente gelo
              e l'anima comprende
              Che questa è vita

              Fermo nelle vesti su legno di faggio
              Guardo con sorriso distaccato
              l'ultima luce soffocata
              Nei miei occhi il ricordo
              Di un'amore

              Rimango per minuti che paion ore
              Stabile in quella tenebra abbacinante
              Che non brilla di speranza
              Ma abbaglia con saggezza
              Di donna danzante

              Esco dal candido campo
              Con una nuova presenza
              Entro me si fà nova
              l'infatuazione per l'animo mio
              Orme nella neve lascio

              In una notte di Torino in dicembre.
              Davide Bidin
              Composta sabato 19 dicembre 2009
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                Scritta da: Davide Bidin

                La Ballata Dell'Infatuato

                In quella fulgida luce
                Di un giorno passato
                a camminare tra la gente
                e il trambusto
                Non ho saputo dirti con voce

                Che t'Amo

                Come il sole
                Ama la luna
                Segretamente ma eternamente
                Ad ogni calare
                In ogni momento e in ogni dove

                t'amo

                Quando io son alto nel cielo
                t'amo come fosse tramonto
                Quando io son sotto le stelle
                t'amo come fosse aurora
                In ogni tempo

                t'Amo

                In quell'accozzaglia di
                Umana stirpe
                Io ti vorrei dire
                Mille parole, mille discorsi
                Eppur son muto

                Codardo come solo
                i poeti san esserlo
                Sinceramente convinto
                De le passioni mie
                Ma atterrito nel dubbio de le tue

                Spero solo
                In un giorno svegliarmi
                Da questa stolta paura
                e lanciarmi
                Verso le stelle

                e trovare al fine
                Quella sacra vittoria
                Quel miraggio tangibile
                Ch'è bacio, è eclissi
                è Amore splendente e opaco.
                Davide Bidin
                Composta domenica 27 dicembre 2009
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                  Scritta da: Davide Bidin
                  Come puoi star solo?
                  In questo mondo che vomita in volto
                  sbuffate d'esistenza avariata
                  Come puoi star solo?
                  mentre
                  corri in cerca di quell'anfratto che chiamiamo
                  serenità
                  eppure ci rendiam conto della
                  "gutturale inefficienza"
                  del nostro desiderio
                  siam sempre soli eppure
                  in quest'epoca di unitarietà globale
                  rigurgitante personalità sparse
                  ed aspre
                  che non ci appartengono
                  di inutili amene convinzioni
                  marcescenti
                  chi può davvero ritenersi solo?
                  io mi sento solo
                  certe volte
                  quando sono in casa chiuso
                  dove
                  a malapena odo i rumori assordanti
                  e inconcludenti provenienti dal mondo
                  e m'isolo lieto a scrivere farse
                  ugualmente inconcludenti
                  su persone che son davvero sole
                  dentro me soltanto
                  senza aspettarmi un saluto
                  un ringraziamento
                  o una flebile parola
                  solo allora son solo
                  solo allora
                  ma voi
                  tutti gli altri
                  e me
                  come possono definirsi soli?
                  basta accendere uno schermo invisibile
                  per capire che tutta la merda che addosso ti cala
                  tutto il liquame eruttato da coloro che non vogliono esser soli
                  a cui schifa questa baluginante essenza,
                  la merda da cui traggo giovamento
                  non è altro che niente trasfigurante
                  e allora son solo
                  l'unico motivo per cui esco ancora di casa
                  e capire quanto poco le persone
                  han da dire
                  e quanto, al contrario
                  io ho da dire su loro.
                  Davide Bidin
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                    Scritta da: Davide Bidin

                    Viriltà

                    Virili
                    ragazzi e ragazze
                    prestanti, belli, sani
                    viventi all'Alien, Holliwood, Paparazzi
                    in luoghi della "bella vita"
                    vomitanti cultura vuota
                    ci si accatasta
                    con libertà e benestare
                    conformando la nostra speranza
                    a quella mostrata dagli altri
                    e a loro mostrata di volta
                    bevendo ceres, sorseggiando heineken
                    tracannando vodka
                    cestinando il tempo in una cosa forzata.
                    Ci potrai trovare al bancone, dietro al culo
                    di qualche puttana vecchia a quattordici anni
                    nei bagni socchiusi a sniffare bicarbonato
                    mischiato con ostie nuove
                    O in angoli delle strade o nei parchi
                    a rigettare la nostra esistenza
                    su un altare di bile dai mille colori
                    Bambini e bambine
                    forti, indomiti, immortali
                    in astinenza d'affetto
                    tutti
                    Provare qualcosa di nuovo
                    per compiacere qualcun altro
                    Il credo
                    Nessuno nel cerchio
                    si permette di seguire
                    motivazioni diverse
                    spaventati, atterriti dal sentirsi derisi
                    di perdere quella sacrale popolarità
                    in una cantilenante presa per il culo
                    come iene e sciacalli in cerca di carcasse
                    alla rincorsa di una gioia sconfitta in partenza
                    Non siam ancor nati
                    poiché non partoriti
                    Indifferenti a noi stessi
                    occorre far tutto per farsi accettare
                    e non per sfizio, per incessante ricerca
                    di qualcosa nuova, di nuova conoscenza
                    Non stufi di vita
                    ma stanchi
                    indifferenti
                    a se stessi e mai agli altri
                    che anch'essi son stanchi di sé
                    così spaventati e urlanti, tremanti
                    Martiri di una lezione
                    di una storia sbagliata
                    Vili.
                    Davide Bidin
                    Composta martedì 22 febbraio 2011
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