Le migliori poesie di Alda Merini

Poetessa e scrittrice italiana, nato sabato 21 marzo 1931 a Milano (Italia), morto domenica 1 novembre 2009 a Milano (Italia)
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Scritta da: mor-joy

Elogio alla morte

Se la morte fosse un vivere quieto,
un bel lasciarsi andare,
un'acqua purissima e delicata
o deliberazione di un ventre,
io mi sarei già uccisa.
Ma poiché la morte è muraglia,
dolore, ostinazione violenta,
io magicamente resisto.
Che tu mi copra di insulti,
di pedate, di baci, di abbandoni,
che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché
o senza variare di senso
nel largo delle mie ginocchia,
a me non importa perché tu mi fai vivere,
perché mi ripari da quel gorgo
di inaudita dolcezza,
da quel miele tumefatto e impreciso
che è la morte di ogni poeta.
Alda Merini
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    Genesi

    Vorrei un figlio da te che sia una spada
    lucente, come un grido di alta grazia,
    che sia pietra, che sia novello Adamo,
    lievito del mio sangue e che risolva
    più quietamente questa nostra sete.
    Ah, se t'amo, lo grido ad ogni vento
    gemmando fiori da ogni stanco ramo
    e fiorita son tutta e d'ogni velo
    vo scerpando il mio lutto
    perché genesi sei della mia carne.
    Ma il mio cuore, trafitto dall'amore
    ha desiderio di mondarsi vivo.
    E perciò dammi un figlio delicato,
    un bellissimo, vergine viticcio
    da allacciare al mio tronco, e tu, possente
    olmo, tu padre ricco d'ogni forza pura
    mieterai liete ombre alle mie luci.
    Alda Merini
    Composta mercoledì 26 maggio 2010
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      Alla tua salute, Amore mio!

      Sono folle di te, amore
      che vieni a rintracciare
      nei miei trascorsi
      questi giocattoli rotti delle mie parole.
      Ti faccio dono di tutto
      se vuoi,
      tanto io sono solo una fanciulla
      piena di poesia
      e coperta di lacrime salate,
      io voglio solo addormentarmi
      sulla ripa del cielo stellato
      e diventare un dolce vento.
      Alda Merini
      Composta venerdì 10 settembre 2010
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        Scritta da: Gabriella Stigliano

        I poeti lavorano di notte

        I poeti lavorano di notte
        quando il tempo non urge su di loro,
        quando tace il rumore della folla
        e termina il linciaggio delle ore.

        I poeti lavorano nel buio
        come falchi notturni od usignoli
        dal dolcissimo canto
        e temono di offendere Iddio.

        Ma i poeti, nel loro silenzio
        fanno ben più rumore
        di una dorata cupola di stelle.
        Alda Merini
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          Scritta da: Andrea De Candia
          Prima che si concluda questo amore
          lascia che io ringrazi il mio destino
          per il bene assoluto che m'ha dato,
          per la fame dei sensi, per l'arsura
          che mi ha preso alla gola. Prima di andare
          lascia che ti riporti sul cammino
          dove giungesti o mio sanato amore
          così divino e immobile e lontano
          ch'io non oso toccarti. Addio, mai Nume
          fu più profondo e grande, mai d'altezze
          tali giunsi al confine. Addio mio inganno
          tacito e dolce come un grande lago.
          Alda Merini
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