C'è tanto rumore di sottofondo, in tutto quello che si prova; quell'istante dove tutto è indipendente da tutto quello che credi di avere sotto controllo, come se ci fosse potenza analitica sufficiente per sviluppare quello che in qualche modo si può definire casualità, o addirittura a volte ci azzardarci a definirla realtà. Ma del resto che ne sappiamo noi su quale realtà ci vogliamo imbattere...
Dimenticarsi dei nostri schemi per intendere meglio la realtà?
Bisogna capire che la cosa è giusta se fatta in maniera quantitamente limitata sennò viene a mancare lo strumento di comprensione della realtà stessa. Prima si effettua la misura col metro che si ha, poi si corregge, o si butta via il metro, per sostituirlo con uno migliore. In casi eccezionali ci si presenta di fronte alla realtà...
Quando svilupperai "l'orecchio nel vuoto" ti potrai ritenere geniale o più "intelligente". Nel contorno esistono solo giocattoli (matematica, fisica, "tiro della sega" ) e bambini che giocano a nascondino.
La percezione di ciò che si sviluppa nel nostro contorno, dove arrivano direttamente i nostri sensi senza vincoli creati dal tempo che hai a disposizione è l'unica realtà nota.
Non esiste la realtà ma esiste un qualcosa.
La realtà ce la siamo creati noi per non rimanere nel caos.