Pensieri di Carlo Bisecco

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Nelle fredde giornate d'autunno ripenso a te, al calore che riuscivi a donarmi, alla malinconia che riuscivi ad alleviarmi, alle nostre chiacchierate di mezz'ora al telefono, io vicino al termosifone, te vicina ad una stufa a 750 chilometri da me, alle nostre attese per rivederci e riabbracciarci, ed ora che rimane di tutto questo? Niente! Non ci sono più le nostre chiacchierate al telefono, non ci sono più le nostre attese, non ci sono più i nostri abbracci, non ci sei più te, ma è rimasto il calore che riuscivi a donarmi e mi doni ancora, quel calore così forte che solo una Nonna Speciale riesce a farti sentire anche se lontanissima.

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Perdonami amore, ti prego, amore è perdono, perdono è amore, ed è del tuo amore e del tuo perdono che ho bisogno, perché senza te io non so cos'è amore, non so cos'è perdono, non so chi sono io.

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Posso giurarti con tutto me stesso che ci sarò sempre per te, non me ne andrò mai, farò tutto il possibile perché tu non debba piangere ma sempre e solo sorridere, ti ascolterò quando vorrai parlare, ti ascolterò quando vorrai rimanere in silenzio, ti ascolterò e non me ne andrò anche se mi dirai di andar via.

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Vorrei averti qui, vicino a me, ma so che non è possibile, tu non sarai mai mia.

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Avrei voluto averti di più qui con me, ma questo non è stato possibile perché gli angeli avevano troppo bisogno di te.

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Vorrei dirti molte cose, eppure quando te le sto per dire le parole si gelano, le corde vocali non vibrano, la bocca si muove afona.

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Potrebbero colpirti cento volte con un coltello senza ucciderti o colpirti solo una volta con una parola e farti rimanere secco.

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Potrei dirti che ti amo, ma non sarebbe abbastanza.

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E il mio cuore smise di sbattere, e con esso smisi di soffrire.

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Sei andato via lentamente, hai lasciato che ci abituassimo pian piano alla tua assenza, e poi, per ultima se ne è andata la tua anima, silenziosamente, in una sera d'autunno, è volata via come una foglia spinta dal debol zefiro.