- Sei cotta di me. - Non sono cotta di te. Sono Dona. - Non capisco, spiegami. - Potrei fare la stessa cosa anche con Bertha. - Allora vuol dire che hai una cotta anche per Bertha. - Uhm, e se fosse vero? - Facciamo qualcosa a tre? - Credimi: Se fossi così fortunato da avermi, non vorresti condividermi.
- Elena: Mi hai chiesto cosa avrei voluto fare in futuro, volevo fare la scrittrice. Mia madre mi ha spinta in quella direzione dal momento in cui ho imparato a leggere. Mi sosteneva, mi incoraggiava, mi ha comprato il primo diario. E poi è morta. E non riesco più a vedermi come una scrittrice ormai, era una cosa che condividevamo. So che pensi di aver portato delle cose brutte nella mia vita, ma ce n'erano già tante, io ne ero sommersa. - Stefan: È diverso. - Elena: Ma questo non le rende meno dolorose. - Stefan: So che è difficile da capire, ma lo sto facendo per te. - Elena: No! Non puoi prendere questa decisione per me, se ora te ne vai, lo fai per te, perché io so cosa voglio. Stefan, io ti amo.
Carla: Turk... Non ti dispiace se ogni tanto io e Marco parliamo un po' in spagnolo vero? Turk: Piccola... No che certo ma! Pure fate! Svigno io me la tanto perché... Ciao! Anche noi abbiamo un linguaggio segreto ah! Marco: (in spagnolo) Che ha detto? Carla: Non ne ho idea. Marco e Carla: Imbecille.
Tutti conoscono la natura della guerra, e sanno anche che la vittoria dipende dalle carte che hanno in mano. Alcuni di fronte a una battaglia sanguinosa si arrendono, ma per altri la resa è inaccettabile, anche se sanno che sarà una battaglia all'ultimo sangue.