Michael Corleone: "Johny quando era appena agli inizi aveva firmato un impegno di esclusiva con un famoso maestro. Ma dato che la sua carriera andava di bene in meglio se ne voleva liberare, e chiese aiuto a mio padre, che è suo Padrino. Allora mio padre andò a trovare il maestro, e gli offrì 10000 $ per sciogliere il contratto. La risposta fu no. Il giorno appresso papà andò a trovarlo di nuovo accompagnato da Luca Brasi, e questa volta quello firmò la rinuncia. In cambio di un assegno di 100 $."
Kay Adams: "E come... si era convinto?"
Michael Corleone: "Papà gli aveva fatto un'offerta che non poteva rifiutare."
Kay Adams: "Offerta in che senso?"
Michael Corleone: "Luca gli puntò una pistola alla testa e mio padre disse che su quel documento ci sarebbe stata la sua firma, oppure il suo cervello. È una storia vera."
Non è questo il racconto di gesta impressionanti. È il segmento di due vite raccontate nel momento in cui hanno percorso insieme un determinato tratto, con la stessa identità di aspirazioni e sogni. Forse la nostra vista non è mai stata panoramica, ma sempre fugace e non sempre adeguatamente informata, e i giudizi sono troppo netti. Forse. Ma quel vagare senza meta per la nostra maiuscola America, mi ha cambiato più di quanto credessi. Io, non sono più io, perlomeno non si tratta dello stesso io interiore.
- Non è la morte che mi fa paura, ho paura di perdermi qualcosa... non so se mi spiego. - Sì... - Perciò la cosa è... io voglio... io voglio fare l'amore, non me lo voglio perdere... è chiaro... non me lo voglio perdere con te. [...] - Per favore... se adesso non ti sembro troppo brutta dopo la chemio... - No Jules, tu sei bellissima!
Oggi si fa la storia. Questo giorno verrà ricordato. Tra molti anni i giovani chiederanno, meravigliandosi, di questo giorno. Oggi si fa la storia e voi ne fate parte. Seicento anni fa, quando altrove fu addossata loro la colpa della Peste Nera, Casimiro cosiddetto il Grande disse agli ebrei che potevano venire a Cracovia. Essi vennero. Trascinarono i loro averi in città. Si sistemarono. Misero radici. Prosperarono. Negli affari, nella scienza, nell'istruzione, nelle arti. Arrivarono qui senza niente, niente e fiorirono. Per sei secoli c'è stata una Cracovia ebrea. Riflettete su questo. Da stasera quei secoli sono una diceria. Non ci sono mai stati. Oggi si fa la storia.
È difficile starmi dietro. Quando voglio restare solo per scrivere, voglio restare completamente solo. Penso che quando ti dedichi veramente a qualcosa questo ti renda molto egoista. Finisci per usare le persone, le vuoi accanto quando ti fa comodo e poi le allontani.
- Rochester: Io vi offro la mia mano, il mio cuore. Jane, vi chiedo di trascorre la vita al mio fianco. Noi due siamo simili, uguali. Volete sposarmi? - Jane: Cos'è, una farsa? - Rochester: Dubitate di me? - Jane: Interamente. Voi sposerete la signorina Ingraam. - Rochester: La signorina Ingraam? È lei la macchina senza sentimenti. Io voglio voi, creatura rara e celestiale. Povera e oscura come siete. Vi prego, accettatemi come marito. Devo avervi per me. - Jane: Volete che sia vostra moglie. - Rochester: Si, ve lo giuro. - Jane: Voi mi amate. - Rochester: Vi amo. - Jane: Allora vi sposerò.
Oggi non voglio tenere un sermone, oggi voglio solo parlarvi di una parola che ormai non sentiamo spesso, sacrificio. Non la definirei una parola moderna. Le persone sentono la parola sacrificio e subito pensano che qualcuno voglia portar via a loro qualcosa, che dovranno rinunciare a qualcosa a qui tengono. Sacrificio per molti vuol dire perdita in un mondo che dice che possiamo avere tutto, ma io credo che il vero sacrificio sia una vittoria, perché richiede una nostra libera scelta per rinunciare a qualcosa o a qualcuno che sia ama per qualcosa o qualcuno che si ama più di se stessi. Non voglio mentirvi: è un rischio. Il sacrifico non allevierà il dolore della perdita, ma vincerà la battaglia contro il rancore, il rancore che oscura la luce su tutto ciò che ha davvero valore nella nostra vita.