Scritto da: Cuore Matto73
in Diario (Sfogatoio)
Se non ti apprezzano per come sei, fregatene, il mondo è pieno di gente che non capisce un cazzo.
Composto mercoledì 29 giugno 2016
Se non ti apprezzano per come sei, fregatene, il mondo è pieno di gente che non capisce un cazzo.
29 giugno, ore 00.01. Eccolo arrivato. Sono 40, dentro e fuori di me. Vorrei fare finta di niente, che sono come i 37, i 38, i 39.... ma non riesco a mentirmi. La verità è che mi pesano. Sono sei mesi che s'appesantiscono, sempre di più. Non passa ora che non ci pensi, che non avverta l'approssimarsi di questo giro di boa. Mi sento un fuggiasco in un vicolo cieco. Così, stanotte, in un atto eroico, spengo idealmente tutte queste candeline. Ma non festeggerò. Mi godrò questa sensazione di luttuosa serenità che mi pervade. Questa è la mia torta. Buon compleannomi.
Per essere gentili non si pagano tasse, quindi ogni tanto un gesto gentile fatelo, magari diventate meno presuntuosi ed arroganti.
Mi piace ragionare con chi sa mettersi in gioco, non chi non ha neanche il coraggio di metterci la faccia, io sono così, pane al pane, vino al vino, altrimenti non spreco neanche una parola e per me sei fuori dalla mia vita.
Ho perso me stessa questo è il punto. Non c'è più nessuna dimensione, spazio-tempo in cui io mi senta io. La mia mente parla in continuazione pur di non pensare alla realtà. Sfuggo, mi perdo, mi anniento nell'impossibile per rimanere fuori da quel dolore che senz'altro proverei di nuovo. Quanto manchi. Questo è un vuoto così profondo che non c'è niente in grado di poterlo colmare. Mi sono aggrappata alla fede ma nessuno risponde. Sono stanca di pregare, stanca di non sapere come fare, cosa fare, dove cercarti. Stanca di questa vita irreale che non mi piace e mi trascina giù. Sempre più giù fino a sentirmi irreale pure io. Ho paura, provo terrore per come potranno andare le cose. Per come sarà la mia vita. Per quanto dovrà durare tutto questo. Il terrore di non ritrovarmi più. Di non poter mai più essere me stessa. Perché dover evitare di pensarti per salvarmi? Non so come reimpostare la mia vita. Devo reinventarla, darti un altro posto, non più materiale. È un gran casino. E quindi stoppo il tempo e faccio come se non fosse successo nulla. Lascio fare agli eventi. Non posso più essere padrona di nulla. Non posso ragionare su ciò che vorrei, devo ragionare su ciò che accadrà. Perché ho constatato che non va come vorremmo. Non va. Ora cosa me ne faccio della felicità? Cosa me ne faccio di una bella casa, di un bel rapporto di coppia di una famiglia. Cosa me ne faccio di tutte le cose belle se dentro mi sento dilaniata dal dolore? Perché è solo un non pensarci il mio. Perché se mi dovessi concentrare impazzisco. #mimanchidamorire.
Le persone si aspettano tanto da me. Io sono la forte del gruppo, la forte della famiglia e la forte della coppia. Mica posso mostrare il mio lato debole. Non me la sono costruita da sola questa corazza, ci sono nata ed è sempre stata visibile a tutti. Per questo motivo le persone mi hanno sempre giudicata forte. Nessuno sa che questa corazza in realtà è fatta di cartapesta e che vorrei tanto potermi spogliare e mostrarmi nuda, nuda nel profondo quel profondo di cui persino me stessa stenta a guardare.
Non pecco di presunzione, ma di spontaneità.
Sopraffare le altre persone, le persone più deboli, per dimostrare il proprio insulso potere è la cosa più ignobile che si possa fare! Altresì rispettare sempre le altre persone è la cosa più saggia da fare dandoci modo di farci apprezzare in modo positivo.
Una volta ero altruista, ma ho smesso da tempo di esserlo.
Mi dovrebbero spiegare perché siamo fatti di una psicologia talmente assurda da sentire maggiormente il bisogno di coloro che ci abbandonano, ci feriscono e ci fanno stare male. Siamo veramente menti incomprensibili a volte nel non riuscire a sganciarsi da chi ci fa soffrire, ma con estrema facilità riusciamo ad allontanare chi prova a starci vicino.