Belle parole, peccato siano tutte delle baggianate, lo conosco da più di 30 anni, gli sono stato molto vicino e mi sono accorto di quanto dia un'ottima immagine di se al mondo ma di quanto sia meschino nella realtà.
La sua anima brilla talmente tanto che che è riuscito a distruggere due famiglie, la sua e quella della sua amante.
Una moglie e tre figli per lui, un marito e due figli per lei, non male per uno che predica il valore della famiglia.

Questo dottore è un bluff. I malati di SLA non sono come lui e non hanno i suoi pensieri. Questo qui, invece, è un cattolico vicino alle cattolicissime lotte per la vita, contro l'aborto e contro la legge 40. Bell'esempio da seguire!

è molto profonda..

bellissima..

per la prima volta, concordo con pietro, almeno in parte. L'essere non conta più del fare, perkè nessun uomo può vivere a lungo se muoiono i suoi sogni e la sua intraprendenza, i suoi progetti. Io non potrei definire vita il tempo passato a soffrire su un letto di ospedale, non c'è scusa che tenga, poi passa la voglia di vivere. E so di cosa sto parlando. E' vero, la malattia ci spoglia di tutto e fa brillare l'anima, ma l'anima così, resta indifesa e, poco a poco, perde la sua luce e muore.

La malattia, in tutte le sue forme, rappresenta, senza alcuna barriera, il nostro limite e ci denuda da tutte le nostre sovrastrutture: l'Essere trionfa suo malgrado, e crollano tutte le nostre certezze e ciò che "abbiamo" si sbriciola lentamente. Le emozioni sono filtrate attraverso canali diversi che ci rendono più vicini alla Vita specie quando sentiamo che essa ci allontana dai futili elementi che fino a quel momento hanno coronato le nostre giornate.
Laura Di Nella