Il problema è che ci impigliamo come degli stupidi ami da pesca a degli scogli, e un po' ci dispiace gettare quel poco di lenza che ci lega ad essi. Ma come potremmo mai continuare a pescare se non tagliando quel filo?
Non siate la maglia, il jeans, che uno lascia nell'armadio quando parte.
Siamo esattamente dove dovremmo essere; talmente vicini al sole da non morire di freddo, così distanti da far nascere un fiore.
Immaginate quante persone non avete conosciuto e con quante di esse non avete nemmeno parlato! Con quante il vostro sguardo si è incrociato, per poi perdersi l'istante dopo. Che sia in un treno o passeggiando in un parco, immaginate con quante persone non avete fatto l'amore. Pensateci bene quando affermate con quella inaudita convizione d'amare qualcuno.
La quotidianità ci sta uccidendo un po' alla volta. Vivere ogni giorno lo stesso giorno è come mangiare la stessa identica cosa fino ad averne la nausea. Viviamo in un loop, in un loop, in un fottutissimo loop!
Non avrai mai una seconda occasione di dare una prima impressione, di fare colpo insomma. Per le brutte figure? Puoi star tranquillo, per quelle le possibilità sono infinite.
Giudicare qualcuno basandosi solo su delle informazioni, spesso dettate dalle impressioni se non dal così tanto amato "sentito dire" è un po' come guardare un film di cui ti hanno parlato talmente bene da aumentarne le aspettative. Ma finché non lo si ha visto con i propri occhi non ci si può sentire in dovere di parlare per ipotesi, nulle, inutili, come giudicare!
Adoro sdrammatizzare le cose con l'ironia, è come prendere qualcosa di brutto e mettergli un cappello buffo in testa, così che non faccia più paura.
Spesso diamo la colpa a qualcuno o qualcosa per quello che ci accade, cerchiamo una scusante perché giustificare i nostri errori maschera gli stessi. È esattamente come nascondere un brufolo con il fondotinta, il problema è che non è una vera e propria soluzione, ma bensì una scusa provvisoria poiché il mattino dopo il problema persiste. Accettare se stessi è il primo passo, il seguente è non fare di uno specchio chi ci circonda.
Nascondiamo tutto sul fondale di noi stessi, e non è poi così strano che molti se ne restino lì a galla dove non si tocca, in superficie. Pare che la paura di annegare sia diventata più che comune, basta guardarsi intorno per rendersene conto. Quanti morti a galla, In questo mare di finzione.