Frasi inserite da Antonio Recanatini

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Scritta da: Antonio Recanatini
Chi legge poesie non sarà mai un malvagio, gioirà nell'impatto, amerà gli odori, cullerà gli onesti, abbandonerà l'effimero, il banale, l'inconsistente, il futile.
Chi scrive poesie sarà sempre un dannato, i beati non saranno mai poeti, semmai portantini, menestrelli ammaestrati, suppellettili.
Chi non legge poesie sarà sempre un ordinario, un comun piccione viaggiatore, un chiodo arrugginito perché inutilizzato, insomma un vincente di questo tempo bastardo.
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    Scritta da: Antonio Recanatini
    La strada insegna che non bisogna fidarsi troppo dei pentiti, come non bisogna fidarsi troppo dei redenti e dei convertiti. La cultura dell'espiazione appartiene a un mondo insano, al ricatto, alla convenienza, ai privilegiati indotti a considerarsi immuni a qualsiasi peccato. L'uomo ha bisogno di vincere la gara a costo di tradire le sue stesse radici, il suo essere vigile o distratto, buono o cattivo, presente o assente che sia. Prima di aprirvi ai pentiti, chiedetevi se vi pentireste mai e a quale prezzo, si nasce, non si rinasce; ogni vita è un evento, il cambiamento è circostanziale, io mi fido dei rinnegati, gli indomabili!
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      Scritta da: Antonio Recanatini
      La carità è borghese, è un costume rabberciato, indossato per l'occasione, squallida come un signorotto che si toglie i guanti nel bel mezzo della piazza, mette le mani in tasca e lascia scivolare qualche spiccio nel cappello del barbone, guardandosi bene dallo stringere la mano o toccarlo. La carità è una beffa, sostituisce gli stati sui diritti che dovrebbe assicurare, ma non sostituisce la dignità e assicura lunga vita ai disonesti.
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