L'eterno conflitto tra essere e apparire, quell'immenso vuoto che cela se stessi. Così nel carnevale della vita i sensi si perdono in mille falsità e altrettanti modi di essere che non sono nostri ma delle mille sfumature di noi stessi.
Ho una rosa in un cassetto. Ha perso la vita per creare un ricordo. Adesso a distanza di anni quel fiore appassito, che ha perso la forma, il colore e l'intensità evoca nella mia mente un momento preciso. Per me quella rosa è un piccolo pezzo d'infinito.
Scelse la via più difficile per scalare la sua montagna, mentre il sole alle sue spalle, inesorabile tramontava, e la luna ormai si vedeva quasi a far da sfondo a quella situazione, come uno splendido quadro dipinta. Tra il sole e la luna, tra il cielo e la sua vetta. Tra la virtù e l'inganno di quel folle pensiero.
Semplice, come il tempo che scorre inesorabile. Semplice, come un attimo che diventa indispensabile. Eppure è tutto così complesso così inspiegabile che dovrei proprio non pensare.