Scritta da: Cristina Metta

La rosa dalla schiena nera

Sangue piccione ubriaco al tramonto stanchezza seduce
rovine d'Oscuri Antichi che preghiamo in giardini di lumi
casa nel caos vicino ad orizzonti con pubblicità per un Regno
il mare verde nero blu in dipinti cari a qualche sognatore poeta
poi alle care colline i ricordi in rime che faranno la storia
un giovane Lestat sopra la locandina di un vecchio teatro
"scusi l'insistenza ma siamo angeli" recitano negli armadi i fantasmi
prima di una mezzanotte d'ottobre pronta per un Sabba di streghe
voliera d'astri nel piccolo palmo di un apprendista celeste

s'illumina nella dolce penombra la rosa dalla schiena nera
sanguina ad occidente il crepuscolo un fiume di fuoco
le nuvole in decomposizione avvide di piume inceneriscono raggi
un lui pensa "lei esisterà morte dopo morte" non banale estinzione
un Dio greco di ceramica fissa la bottiglia d'alcool con cui curare la noia
la somma dei colori di una farfalla è pari all'istinto che un fiore ha del proprio profumo
qualcosa decapita il sole e tutto diventa un inferno artificiale di luci
di notte i filosofi s'appartano nel pensiero e vi restano per scomunicare la nuova morale
sangue piccione ubriaco al tramonto la rosa dalla schiena nera - sboccia.

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