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[...] Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi tu sarai per me unico al mondo, e io per te unica al mondo. [...] (da "Il piccolo principe")
Adesso che ho superato già tanti dolori e posso leggere il mio destino come una mappa piena di errori, quando non sento nessuna compassione di me stesso e posso passare in rassegna la mia esistenza senza sentimentalismi, perché ho trovato una relativa pace, lamento solo la perdita dell'innocenza. Mi manca l'idealismo della gioventù, del tempo in cui esisteva ancora per me una chiara linea divisoria tra il bene e il male e credevo che fosse possibile agire sempre in accordo con principi amovibili.
È molto raro che gli Elfi esprimano il loro parere, poiché i consigli sono doni pericolosi, anche se scambiati fra saggi. E tutte le stade possono finire in un precipizio.
E poi pluff, proprio come quella neve anche questo ricordo si scioglie. Non c'è mai un perché a un ricordo. Arriva all'improvviso, così, senza chiedere permesso. E non sai mai quando se ne andrà. L'unica cosa che sai è che purtroppo tornerà di nuovo. Ma di solito sono attimi. E ormai so come fare. Basta non fermarsi troppo. Appena arriva quel ricordo, allontanarsene velocemente, farlo subito, senza rimpianti, senza concessioni, senza metterlo a fuoco, senza giocarci. Senza farsi male.
Per me il titolo contiene tutta quanta l'idea del libro. Per questo ho sempre trovato i titoli prima di cominciare a scrivere. Anche se questo non significa che abbia già un piano compiuto del romanzo.
Fredda la mani e il cuore e le ossa. Freddo anche il sonno è nella fossa: Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra, Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra. Nel vento nero le stelle anch'esse moriranno, Ed essi qui sull'oro ancora giaceranno, Finché l'oscuro signore non alzerà la mano Sulla terra avvizzita e sul mare inumano.
"Resterete con me?" "fino alla fine" rispose James. "Siamo parte di te" spiegò Sirius. "Invisibili a chiunque altro". Harry guardò sua madre. "Stammi vicino" sussurrò.
Era un cimelio incredibile, la prova che Lily Potter era esistita, esistita davvero, che la sua mano calda un tempo si era mossa su quella pergamena, tracciando con l'inchiostro quelle lettere, quelle parole, parole su di lui, Harry, suo figlio.
Quando ci sembra di non pensare a niente, in realtà noi pensiamo a quello che ci sta a cuore. L'amore è una specie di forza di gravità: invisibile e universale, come quella fisica. Inevitabilmente il nostro cuore, i nostri occhi, le nostre parole, senza che ce ne rendiamo conto vanno a finire lì, su ciò che amiamo, come la mela con la gravità.