Scritta da: Vincenzo Cataldo
Platone dichiara la democrazia il governo degli incompetenti, dove bisogna ascoltare il parere di qualsiasi stolto e dove ciascuno pensa a sé stesso.

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    Scritta da: Vincenzo Cataldo
    Dedica:
    All'Italia. E a tutti coloro che riempiono le nostre orecchie e la propria neppure antica vanagloria con questa parola che in bocca a loro suona oltre che consunta, offensiva.

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    postato da , il
    Sergio, ciò che dici mi appare molto ingenuo...  : ))
    Io posso assicurarti quanto segue:
    1) La maggioranza dei parlamentari e degli uomini "di potere" non capisce un'acca delle materie in cui è chiamata a prendere decisioni, ma è esperta solo nell'arte di convincere altri (cioè nella retorica), e nel saper preparare e scansare intrallazzi e trabocchetti, e procurarsi denaro o altre utilità, attività quest'ultima cui dedica il 90% del proprio tempo.
    2) Se il mondo (e l'Italia) va male, non è per via di scelte errate, ma per via di scelte non fatte, ritardate, o compiute in maniera disonesta, cioè nell'interesse di pochi e non della collettività;
    3) Le scelte sbagliate non fanno paura: anche per i razzi che vanno in giro per il sistema solare si è sempre in tempo a correggere la rotta, figurati per le scelte politiche.
        Scusami se te lo dico, ma tra le righe del tuo pensiero leggo il ristagnare di un luogo comune che ha fatto e fa molto comodo alle strutture di potere, segnatamente a certa (ormai pseudo) sinistra che, per fortuna, sta per arrivare al capolinea dei suoi trasformismi (finalmente). Non c'è bisogno di strutture di partito che ci insegnino la politica e l'economia, ma c'è bisogno che queste strutture, con i loro clientelismi, finalmente chiudano bottega !!! A studiare le singole materie e le singole questioni (che sono problemi NOSTRI) sapremo ben pensarci da soli...
        Tu mi dici: "Come si fa a dare una arma decisionale a persone che non hanno una specifica cultura? " - e io ti rispondo: come si fa a dare a questa gente il diritto di voto?? E addirittura l'eleggibilità passiva (vedi Bossi, Calderoli, Mastella, e tanta altra bella gente degna solo di un bel paio di orecchie d'asino)?
        Nel pratico, a mio avviso sarebbe semplicissimo verificare IN CIASCUN CAMPO le competenze di ciascuno: il presupposto dell'ONESTA' (molto facilmente verificabile in micro strutture elettive di ampiezza poco più che condominiale) comporterebbe l'automatica limitazione del diritto di voto di ciascuno a determinate materie. Non essendovi deleghe in bianco da conferire, sarebbe infatti perfettamente inutile accordare a tutti il diritto di voto su tutto; ma solo, come dicevo, a ciascuno su alcune materie.
        Secondo me in questo modo si otterrebbe sicuramente maggiore onestà (innanzitutto), ma anche maggiore competenza che con il buffonesco sistema attuale.
        Ritengo comunque che le cose ormai viaggino in questa direzione. Nei tempi fisiologici di 10 o 20 anni, o forse meno, non si può arrivare che a questo. Il problema è se le resistenze delle strutture di potere esistenti produrranno frizioni sociali in proposito. Io spero proprio di no; ma, sinceramente, credo proprio di sì.
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    postato da , il
    In effetti i sistemi informatici che abbiamo creato darebbero la possibilità a chiunque ne abbia voglia di poter partecipare alle decisioni della propria società con estrema semplicità, ma probabilmente senza nessuna preparazione politica. Come potrebbe una qualsiasi persona che ignora il funzionamento di sistemi economici decidere se è corretto aumentare o diminuire l'IVA o i tassi d'interesse.

    I partiti (io frequentato scuola di partito quando ormai si sgretolova - peccato) una volta facevano scuola politica e preparavano i politici a saper essere uomini di "potere". Stessa cosa che precedentemente era fatto per le caste nobiliari.

    Come si fa a dare una arma decisionale a persone che non hanno una specifica cultura?

    Se un giorno (per me ben venga) andrà avanti il "potere della rete" saremo realmente in grado di effettuare scelte più sensate di quelle che possono effettuare un gruppo di persone al uopo preparate?
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    postato da , il
    Visto che mi chiamate in causa, sia pur solo come triumviro, vi dico la mia.
       La gestione della cosa pubblica (perché di questo stiamo parlando) è cosa che richiede due essenziali requisiti: onestà e competenza sia da parte di chi gestisce, sia da parte di chi chiama altri a gestire.
        Chi di voi, amici miei, metterebbe i suoi affari privati nelle mani di uno sconosciuto? Eppure, nelle cosiddetta "democrazie" moderne, milioni di persone mettono mandati in bianco, per la gestione della cosa pubblica, nelle mani di perfetti sconosciuti. Basterebbe anche solo questo, per capire quanto sia esatto ciò che dice Vincenzo.
       Sono quindi pienamente d'accordo con Vincenzo circa l'assurdo della democrazia rappresentativa.
        Dissento viceversa circa la dittatura, o circa l'assolutismo in genere, anche se li ritengo di gran lunga superiori alla finta democrazia attuale.      Noi non dobbiamo vedere i monarchi ed i nobili di una volta come portatori di interessi personali: pensarla in questo modo non farebbe giustizia alla verità. Monarchi e nobili erano persone che venivano preparate SERIAMENTE alla gestione della cosa pubblica; persone che spesso dedicavano la propria vita, talora addirittura perdendola, alla propria nazione.
        A questo proposito, voglio citare un episodio, che conosco molto bene perché relativo a famiglia a me ben nota. Parlo di un nobile (nobile non di solo lignaggio, ma anche di sentimenti), padrone dell'intero Cilento, che, all'epoca dei moti carbonari del Sud, prima fu cospiratore e finanziatore degli stessi, poi costretto a fuggire a Genova per essere stato scoperto (colà perse la moglie, fuggita anche lei nascondendosi in un carro di fieno), infine, ad unificazione avvenuta, nominato senatore del Regno. Costui aveva speso gran parte della sua fortuna per la causa, e gli fu proposto il reintegro in tutti i beni perduti. Ebbene, rifiutò, dichiarando che ciò che aveva "perduto", lo aveva in realtà donato alla patria. Alla stessa maniera, potrei citare Amedeo d'Aosta, e tanti altri episodi e persone.
        Il sistema monarchico e nobiliare, potrà sembrarvi incredibile..., ma garantiva molta più onestà e competenza di quelle attuali.
        La dittatura, no, non può essere d'aiuto. Per il semplice motivo che la dittatura non è un "sistema" di governo, ma è legata all'uomo; fosse anche l'uomo migliore del mondo, scomparso lui, scompare anch'essa e le sue ragioni, lasciando un'infinità di problemi, come è avvenuto nei Balcani alla m0rte di Tito.
        Proposta (anzi vaticinio): abolizione del Parlamento, e sua sostituzione con strumenti di democrazia diretta. Noi abbiamo oggi questo splendido strumento, internet, che ci consente di dialogare ed esprimere le nostre idee. Sapete cosa è la PEC? E' un sistema elettronico attraverso il quale si  certifica la propria manifestazione di scienza o di volontà attraverso firma certa, senza muoversi dal proprio computer. Ciascuno di noi potrebbe esprimere il proprio voto su qualsiasi proposta legislativa, alla stessa maniera di un parlamentare.
        Questa sì sarebbe democrazia. Si potrebbero naturalmente adottare vari contemperamenti: a mero titolo di esempio, conferire (da parte di 100, 300, massimo 1000 persone) mandati "intuitu personae" a persone particolarmente preparate in determinati argomenti, CONOSCIUTE DI PERSONA, e solo per alcune questioni, persone il cui voto, in quella questione, varrebbe tanti voti quanti sono coloro che le hanno conferito il mandato, e così via.
        In questo modo potrebbe essere facilmente abolito l'attuale potere legislativo bicamerale, che ormai fa ridere i polli. Resterebbero il potere esecutivo e quello giudiziario; ma per l'elezione dell'esecutivo si potrebbe adottare un sistema decentrato a catena (decentramento VERO E SERIO, non l'imbroglio attuale, che serve solo a moltiplicare i centri di malgoverno e di mangia-mangia); mentre per quello giudiziario proporrei ampii slittamenti verso sistemi elettivi di tipo anglosassone, sia pur contemperati da una precisa e puntuale verifica di competenza tecnica degli interessati.
        A me sembra che il movimento 5 stelle stia marciando verso qualcosa del genere. Ma una cosa è certa: dobbiamo riappropriarci della cosa pubblica, per troppo tempo rimasta nelle mani di partiti mutatisi (TUTTI !!!) in vere e proprie associazioni a delinquere, o, nella migliore delle ipotesi, in centri di gestione intrallazzatoria del potere e di nauseante malcostume.
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    postato da , il
    Se ci riuscissimo, forse potrebbe essere una soluzione ...

    Come dice Margy da qualche parte: VINCENZO FOR PRESIDENT ...

    Io direi: SIR JO, VINCENZO E PINO FOR PRESIDENTS ... un bel triumvirato e non se ne parla più ...
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    postato da , il
    E' libertà il poter mettere in discussione tutti, anche il Presidente della Repubblica. Non c'è niente di negativo in ciò. C'è mera politica e basta! Il problema è nel poter sapere cosa di vero ci sia nelle accuse che vengono mosse. E' una questione di giudizio e giustizia sapere. Anche questo è libertà.

    Io ribadisco che credo che la democrazia garantisca più libertà di eventuali assolutismi.

    In ogni caso vedo la democrazia cadere in una sorta di aristocrazia "tecnica" perché non tutti sono in grado di esercitare potere politico nella complessità che si pone nell'amministrare un ente come lo Stato.

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