Scritta da: Alexandra
La speranza appartiene ai figli. Noi adulti abbiamo già sperato, e quasi sempre abbiamo perso.
Composta sabato 6 novembre 2010
dal libro "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini
La speranza appartiene ai figli. Noi adulti abbiamo già sperato, e quasi sempre abbiamo perso.
Avevano anche fatto l'amore da lontano, più di una volta.
Senza dirselo, si erano ritrovati a sudare, a piegarsi in mezzo a un parco, su un autobus. Il pensiero era così forte, erano braccia che aprivano le costole. Come se l'altro stesse cercando il tuo cuore dal lato opposto della città, attraverso muri di macchine e di cemento.
Da qualche parte siamo invecchiati insieme, da qualche parte continuiamo a rotolarci e a ridere.
Il destino è come il cuore: è dentro di noi fin dal primo istante, perciò è inutile cercare di cambiarlo.
Non sarò mai una madre. Resterò per sempre una ragazza. Invecchierò così, asciutta e sola. Il mio corpo non si trasformerà, non si moltiplicherà. Non ci sarà Dio. Non ci sarà raccolto. Non ci sarà Natale. Bisogna cercare nel mondo, nella sua aridità, nelle sue strettoie il senso della vita... in questi negozi, in questo traffico. Invecchierò così.
Gli amori che sembrano assurdi certe volte sono i migliori...
Ci sono cose. Piccole cose che non dimenticherò, che sono niente e invece restano più forti di tutto.
Non si guarisce mai da ciò che ci manca, ci si adatta, ci si racconta altre verità.
Si convive con sé stessi, con la nostalgia della vita, come i vecchi.
Come gli manca uno sguardo così. Se non lo conosci vivacchi e non ti manca. Ma se una stronza ti ha posato addosso quelle ali lì, ti ha fatto sentire l'eroe di una sceneggiatura temeraria, rimani tutta la vita un mendicante che va in giro a cercare quelle palpebre che si aprono solo per guardarti e si chiudono per imprigionarti.
Tieni un capo del filo, con l'altro capo in mano io correrò nel mondo. E se dovessi perdermi, tu, mammina mia, tira.