È l'uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l'uomo.
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È l'uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l'uomo.
La storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classi.
Chiunque dica che può veder attraverso una donna si perde parecchio.
Ma la borghesia non ha soltanto fabbricato le armi che le porteranno la morte; ha anche generato gli uomini che impugneranno quelle armi: gli operai moderni, i proletari.
La società non può più vivere sotto la classe borghese, vale a dire la esistenza della classe borghese non è più compatibile con la società.
I filosofi non spuntano dal terreno come i funghi. Essi sono il prodotto del loro tempo.
La religione è l'oppio dei popoli.
Quando il tuo amore non produce amore reciproco e attraverso la sua manifestazione di vita, di uomo che ama, non fa di te un uomo amato, il tuo amore è impotente, è una sventura.
Quel che contraddistingue il comunismo non è l'abolizione delle proprietà in generale, bensì l'abolizione della proprietà borghese.
Ma la proprietà borghese moderna è l'ultima e più perfetta espressione della produzione e dell'appropriazione dei prodotti che poggia su antagonismi di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri.
In questo senso i comunisti possono riassumere la loro teoria nella frase: abolizione della proprietà privata.
I princìpi sociali del cristianesimo predicano la viltà, il disprezzo di sè, l'abiezione, la soggezione, l'umiltà, in breve, tutte le qualità della canaglia, e il proletariato, che non si vuole lasciar trattare come canaglia, ha molto più bisogno del suo coraggio, della sua coscienza di sè, del suo orgoglio, e della sua indipendenza, che del suo pane.