Scritta da: lafiorentina
Martina pensò che la vita non si ferma, è una pietra che rotola, un ruscello che arriva a valle e diventa un fiume. La vita genera vita.
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Martina pensò che la vita non si ferma, è una pietra che rotola, un ruscello che arriva a valle e diventa un fiume. La vita genera vita.
Ci guardammo con occhi diversi. Ci guardammo con gli occhi del mondo.
Ricordati che ci sarò, nel volo di un gabbiano, nel germoglio che buca la terra. Ci sarò nei tuoi capelli, nell'impronta lasciata sul cuscino.
Dovrai soltanto chiudere gli occhi e parlarmi nel silenzio, perché il silenzio è l'unico linguaggio dell'amore.
Impara a lasciare ciò che non c'è più. Spesso ti attacchi a un ricordo e lo porti sulle spalle, come un macabro trofeo. Consegna la memoria al passato e non trattenere ciò che è morto.
È difficile costruire l'amore. Lo immaginiamo come un dono del cielo, piovuto per caso a bagnarci la pelle. Invece no. Alla tempesta improvvisa che sconvolge lo stomaco deve seguire una bonaccia quieta, un lento avvicendarsi di stagioni e noi, un tassello alla volta, a dare un senso al mosaico. È difficile costruire l'amore. Perciò preferiamo vederlo sfiorire, nell'attesa di un nuovo uragano.
Solo i bambini parlano con Dio, i bambini e i vecchi. All'inizio del viaggio acquisisci un'ingenuità sottile che ritroverai solo alla fine. Questa sensibilità permette di percepire la voce suadente dell'infinito. Nel mezzo della vita, invece, c'è solo un deserto di silenzi, un pianoro arido di domande urlate al vento che resteranno prive di risposte.
Nazareno, tu che restituisci la voce ai muti e la vista ai ciechi, avresti potuto privarmi della parola e degli occhi. Avresti potuto rendermi pazzo e annebbiare per sempre la mia mente. Sarei diventato uno dei tanti derelitti coperti di mosche e stracci che dormono nella Gehenna. Vivrei ammassato intorno alle mura della città gridando frasi senza senso, con la mano tesa in cerca di un pezzo di pane. La gente guarderebbe dall'altra parte e cambierebbe strada per evitarmi. Sarei uno degli ultimi, uno di quelli che tu ami maggiormente.
Rispondi, uomo di Keriot. A chi appartieni? Io sono il principe del mondo, lui è l'uomo dei dolori. E tu, Giuda, chi sei? Hai nascosto il tuo destino, hai soffocato il desiderio come fosse un accessorio disdicevole. Hai rinnegato la fame e ciò che sei realmente. Guarda le tue mani. Sono bianche e linde come quelle di un neonato, ma ancora odorano di sangue. Il sangue delle inutili vite che hai stroncato.
Tutto passa, anche il sorriso, perché non è sempre domenica e le giornate di pioggia servono ad apprezzare il sole. Tutto passa, anche il dolore, perché un giorno smettiamo di commiserarci e ci accorgiamo che già va un po' meglio. Tutto passa, ogni cosa cambia e si trasforma. Il tempo è un dono a disposizione, non sprecarlo. Vivi ogni momento, fuggi la noia e cerca la consapevolezza, perché tutto passa, anche la vita.
Attraversa il giardino a passo di danza e cogli i fiori più belli, quelli che hanno il profumo soave del nulla. Siamo scintille nel buio, siamo eterni e sfuggenti.