Scritta da: Giorgio Baiardi
Tutti vorremmo una fine gloriosa, ma a renderla tale è quello che all'inizio scegliamo di essere.
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Tutti vorremmo una fine gloriosa, ma a renderla tale è quello che all'inizio scegliamo di essere.
Ogni volta eravamo un solo corpo, un solo cuore, un solo battito.
I giorni passati in solitudine, danno più percezione alla realtà, o forse solo a quella che, senza pregiudizi, hai assodato come parte integrante di te.
Ma quale e quanto coraggio per riuscire a non cambiare la propria anima, se questa ti sussurra all'orecchio, quanto ci sia bisogno di eterno per il tuo cuore.
Non ci sono sogni che possano valere la voglia di realtà, come un profondo sonno che agita ed emoziona il muro trasparente in cui ti imbatti nell'attraversare un ricordo.
Il destino non è che una parola, che racchiude in sé molto più di quello che vorrebbe significare.
Mi sono detestato, per avere così poca percezione di me e averne troppa, invece, per tutto ciò che mi circonda. Mi sono schernito, per sentire giorni con troppo sole e notti con luna piena anche quando non era il caso di notarla. Ho sempre saputo chi volevo essere e ho dato celebrazioni morsicando la vita a più non posso, credendola così breve da morirne per assaporarla. Non credevo potesse esistere questo mondo segreto, tanto da domandarsi quanto un uomo possa sperare di svelarlo e illudersi che le distanze possano essere annullate. Perché ogni essere vivente è un'anima a sé stante e quasi mai può fondersi con altre. Quasi mai. Allora, perché sento questa sensazione di nullità così piena di nessun inganno. Perché sento il mio cuore battere, sapendo che non è più mio. Come un calore che ha necessità di riscaldare, come i nostri corpi nudi che non riescono a staccarsi. Mi sono odiato e nello stesso tempo amato, per adorarti così tanto.
Mi rifugiai in quello che sembrava l'angolo più segreto e misterioso di me. Per cercare, qualunque essa fosse, la postazione più consona per guardare la mia mente. Forse, perché abbiamo tutto questo, che molti non conosceranno mai e che vorrebbero a qualunque costo. Ricordi? Una leggera malinconica felicità, di averti e non averti. Di averti, ma non del tutto e non come vorrei.
Non ho che il cuore, per dirti quanto rimarrai imprigionata dentro di lui. Senza sbarre che ti neghino la libertà, senza parole e senza "ti amo" che possano farti sentire quello che non vuoi. Solo il mio cuore, che non ha strade diverse, che non ha corse se non ci sei tu da raggiungere. Il mio cuore, per ricordarti che non esiste una lacrima senza che questa sia lo spazio necessario per ritrovare un sorriso per te.
La storia di una fragranza che regala l'immagine a cui appartiene. Come uno sgambetto della mente che crea la scia di una corsa a perdifiato. Ma nella caduta, vince l'amore, che riconosce nella scia il tuo odore.