in Frasi & Aforismi (Libri)
Non capisco dove sta la mia libertà, non capisco da cosa sono schiavizzato.
dal libro "Esco a fare due passi" di Fabio Volo
Non capisco dove sta la mia libertà, non capisco da cosa sono schiavizzato.
Mi sento come uno scalatore appeso alla parete rocciosa che vede solo ciò che ha davanti appiccicato al naso, e non riesce più a vedere la cima, la vetta, il motivo per cui sta scalando, e nemmeno cosa sta scalando.
Forse ho bisogno di scendere un attimo e chiarirmi bene le idee.
Quelle persone alle quali diamo un'importanza enorme: pendiamo dalle loro labbra, dal loro giudizio. Basta una parola negativa e tutti i complimenti che ci hanno fatto fino a quel momento non hanno più valore. Hanno il potere di annientarti o innalzarti con una sola parola.
Forse le cose spaventano quando non si capiscono, perché se non capisci non controlli.
Ho eliminato diverse persone dalla mia vita...
Persone che credevo essenziali per me, persone fatte di mille promesse e neanche un'azione. E più passa il tempo e più mi accorgo di aver soltanto preso la decisione migliore.
Io facevo parte della sua vecchia vita, la vita da cui lei stava scappando.
Tra le cose che mi piacevano di lei c'era che quando mi parlava non cercava di sedurmi a tutti i costi. Come fanno certe donne che usano lo sguardo, la voce, le parole o la gestualità. Lei era naturale. O almeno questa era l'idea che mi ero fatto.
Allora cosa cerchi? Non lo so. Forse niente, forse tutto; magari adesso più che cercare voglio vivere quello che mi capita, quello che la vita mi dà. Amo giocare. Essere libera. Sono felice di me anche quando faccio la spesa e spingo il carrello. Se mi va la sera esco, altrimenti me ne sto a casa a leggere o a guardarmi un film... Difenderei questa condizione con tutte le mie forze. Sempre. Eppure anch'io a volte avrei bisogno di un abbraccio, di arrendermi e perdermi tra le braccia di un uomo. Un abbraccio che mi faccia sentire protetta anche se so proteggermi da sola... Sono in grado di fare le cose di cui ho bisogno, ma a volte vorrei far finta di non esserlo per il piacere di farle fare a qualcun altro per me. È una sensazione. Ma non voglio stare con un uomo per questo. Non posso scendere a compromessi, e non posso rinunciare a tutto quello che ho, alla mia libertà per quell'abbraccio che poi spesso con gli anni non c'è neanche più...
Ci sono sorie che durano anni e in questi anni magari ci s'innamora e disamora, Alcuni smettono di amarsi, ma rimangono qomunque insieme. Altri decidono di lasciarsi, ma per farlo hanno bisogno di tempo. Prima cercano di capire se sono veramente sicuri, o è solo una crisi passeggera. Se poi alla fine si convincono che è veramente finita, devono comunque trovare il modo di farlo, trovare le giuste parole per lenire il dolore. Ci sono persone che su tutto questo punto possono anche perdere mesi, a volte addirittura anni. C'è anche chi ha perso una vita e quel passo non l'ha mai fatto. Molti non riescono a lasciare, semplicemente perché non sanno dove andare, oppure perché non riescono a sopportare l'idea di essere i responsabili del dolore dell'altro.
Una delle cose che mi piacevano con Micaela era che con lei si poteva andare ovunque. Sia nei posti ignoranti, anche un po' squallidi, sia nei posti eleganti. Senza nessun problema. Aveva la capacità di scendere e salire dai tacchi, entrare e uscire da abiti o jeans senza mai essere diversa. Era sempre lei in qualsiasi situazione. Sembrava la donna giusta per me, almeno in quei giorni. Il concerto è stato emozionante. Quando hanno suonato la sinfonia n. 2, Micaela mi ha preso la mano e per un istante ho avuto la sensazione che ci stessimo aggrappando l'uno all'altra come fanno le donne quando guardano i film dell'orrore. Perché forse la sensazione era quella. Tutto talmente delicato, potente e bello da fare paura.